Per chi è della mia generazione, ma non solo, i popoli nordici, e gli svedesi in particolare, sono sempre stati il simbolo della tolleranza, dell’accoglienza e soprattutto della solidarietà.
Il loro Stato sociale è sempre risultato un modello da seguire, una perfetta simbiosi fra buon governo, generosità e giustizia sociale.
Insomma le socialdemocrazie del nord Europa da sempre vengono rappresentate come la vera alternativa al liberismo di stampo anglosassone creatore di “disparità”.
Non può stupire quindi che oggi i socialdemocratici abbiano vinto le elezioni in Svezia, per otto lunghissimi anni erano stati all’opposizione, un tempo interminabile per chi, come loro, prima di questo “interregno” avevano governato per ben 65 anni.
Sessantacinque anni di seguito al potere!!! Dov’era finita la democrazia dell’alternanza?
Ma lasciamo da parte questo “dettaglio”, ciò che sconvolge di queste elezioni è ben altro, perché in questa specie di “Paradiso” di tolleranza ed solidarietà come ci viene da sempre dipinta la Svezia, in queste elezioni si è visto di tutto: irruzioni nei seggi, caos nelle code alle urne e … udite udite … denunce di brogli!!!
Denunce di brogli elettorali? La Svezia come l’Afghanistan?
Ed allora al di là della vittoria “ufficiale” dei Socialdemocratici con il 31% il vero vincitore di questa consultazione elettorale è il Partito Democratico
Oddio c’è un PD anche in Svezia?!?!?
No, no il Partito Democratico svedese è qualcosa di molto diverso dal nostro PD, vorrebbe regolare il flusso migratorio nel Paese e mettere in discussione l’adesione all’Unione europea.
Beh, lecito, direi!
Certo, ma per questo voi, su tutta la stampa ed i media nazionali, li troverete dipinti come: ultradestra, populisti e neonazisti.
Bene, manca solo che dicano che tagliano le teste ai bambini come quelli dell’Isis e siamo a posto.
Io continuo a ripeterlo da tempo, sono assolutamente, anzi ferocemente contrario a tutti i populismi, ma non è possibile bollare come populista chiunque voglia mettere al centro del dibattito le problematiche migratorie che stanno sconvolgendo l’Europa.
Non è possibile bollare come populista ed addirittura neonazista chi vuol perlomeno mettere in discussione l’euro o l’Unione europea, o parlare di un problema sentito come l’autodeterminazione dei popoli.
Il Partito Democratico in Svezia in queste elezioni ha raddoppiato i propri voti arrivando al 13%, contemporaneamente, in Germania, Alternative Fuer Deutschland (il partito antieuro tedesco) ha ottenuto un successo clamoroso salendo sopra il 10% in elezioni regionali, ricorderete tutti l’exploit in Gran Bretagna dell’Ukip di Nigel Farage, insomma l’Europa improvvisamente è diventata un continente di populisti intolleranti?
Il mio è un monito.
ATTENZIONE: bollare come neonazista chi oggi vuol mettere in discussione l’intero impianto politico europeo, potrebbe essere il maggior favore che si può fare a chi neonazista lo è sul serio!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro