Anche Google protesta contro il SOPA con un doodle visibile nella versione americana e anche con un documento “Non censurate il Web, per favore”, cliccando il quale si pare una pagina rivolta al Congresso Usa elencando i numeri della protesta, “Congress can you hear Us?”
Google partecipa alla protesta contro il SOPA, la proposta di legge contro la pirateria online attualmente in discussione al Congresso americano, che se diventasse legge provocherebbe effetti devastanti per tutto il web. Come già scritto, oggi e per tutta la giornata Wikipedia ha oscurato la versione in lingua inlgese, raccogliendo la solidarietà di tutte le altre versioni, compresa quella italiana.
Google non protesta in “dark” ma realizza un doodle, visibile nella sola versione Usa, dove oscura il logo, invitando il Congresso americano a “Non censurare il Web“. Ha anche realizzato una pagina dove aderire per sostenere la protesta contro il SOPA, che potete vedere qui, e ha raccolto in un documento “Take action” dove sono elencati una serie di numeri che riguardano la protesta fino a questo momento. Tra gli altri si ricorda che sono 9 le compagnie web che hanno inviato una lettera aperta al Congresso in segno di protesta e sono la stessa Google, poi Facebook, Aol, Ebay, twitter, Firefox, LinkedIn, Zynga.17 sono i fondatori di internet company che hanno inviato una lettera di protesta contro il SOPA e contro il PIPA, il provvedimento simile al SOPA, ma in discussione al Senato americano. Tra i firmatari ci sono Jack Dorsey e Biz Stone, fondatori di Twitter; Sergey Brin, di Google; Craig Newmark, fondatore di Craiglist; Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia; Jerry Jang, fondatore di Yahoo! che proprio ieri ha sorprendentemente rassegnato le dimissioni, abbandonando la sua creatura dopo 16 anni; Arianna Huffington, di Huffington Post; David Filo, co-fondatore di Yahoo! e tanti altri.
Ma soprattutto sono 887 mila le chiamate fatte dalla gente comune per protestare al Congresso e 3 milioni di firme raccolte da gente comune per una petizione che chiede di fermare il SOPA e il PIPA.
Insomma tutta l’America protesta contro questa norma, tanto ingiusta quanto pericolosa, ribadendo che esistono altri modi per difendere il diritto, sacrosanto, di salvaguardare la proprietà di chi produce contenuti. Questa è la via sbagliata.
Anche l’Italia partecipa alla protesta inviando tweets con hashtag #FactsWithoutWikipedia, #stopsopa, #PIPA, #SOPA, in questo momento primo trending topic in Italia. Ma vogliamo segnalarvi anche come si possa partecipare anche in modo creativo, provando a pensare una versione in “dark” di twitter. L’immagine che vedete di fianco l’ha realizzata Giuseppe Tommasini, che ringraziamo per la concessione, @GiusTommasini.