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Anche le sante hanno una madre, di Allan Gurganus

Creato il 19 novembre 2015 da Annare

santePuò una madre raccontare con ironia e sarcasmo la morte prematura della figlia? No, certo che no. Nemmeno per esperimento letterario, nemmeno perché la letteratura osa. Non può, nemmeno se a scrivere il romanzo è un uomo. ed è proprio da questa semplice considerazione che ho affrontato la lettura del romanzo Anche le sante hanno una madre, di Allan Gurganus, con crescente sospetto.

Perché è semplicemente impossibile.

Ma andiamo con ordine, fin dalle prime righe Anche le sante hanno una madre fa intuire che è accaduto qualcosa a Caitlin durante il suo viaggio in Africa, un qualcosa di terribile; la voce narrante, la madre, ce lo fa capire senza giri di parole, anche se la conferma arriva solo a tre quarti del libro. Eppure, mentre narra questo rapporto con la figlia, che dovrebbe essere santa ma a me è parsa orribile, ironia e sarcasmo fanno sospettare che c’è qualcosa di sbagliato, di fuori posto.

Perché la morte di un figlio, non viene mai raccontata con ironia, può venire narrata con distacco, con disappunto, con rassegnazione, ma l’ironia, no. Impossibile.

E infatti…

Caitlin è la figlia adolescente apparentemente perfetta che tutti vorrebbero avere,  Jean è la madre, con QI superiore alla media, ma costretta a fare “solo” la madre di tre figli. Caitlin è talmente generosa da prendere tutte le scarpe della madre per donarle ai bisognosi… Jean vacilla tra l’amore incondizionato verso la sua creatura, e un poco nascosto risentimento nei confronti della sua perfezione. Ma anche quando il sarcasmo supera la ragione il racconto della madre manifesta un amore incredibile nei confronti della figlia.

Le abilità di scrittura di Allan Gurganus sono innegabili, e la trama, anche se affrontata con scetticismo (probabilmente perché sono madre), è ben costruita. Piacevole.

Ero fiera, certo; ma anche preoccupata e – a dirla tutta – sempre un po’ innervosita. Avevo paura per lei, mi capite? Già prevedevo, infastidita, lo sfinimento che la sua grande disponibilità sarebbe costata a lei, e quindi a me. Lasciava sempre aperta la porta di casa. Uccelli, topi, aria fredda, barboni, Testimoni di Geova, entrava di tutto e senza problemi.
E così può capitarti di essere a tal punto preoccupata per qualcuno da averne quasi paura. È sbagliato desiderare che un figlio superi sano e salvo – salvato da un sano egoismo – i diciott’anni? Sentivo cosa rischiava Cait per colpa di quell’eccesso di pregi.

Se siete alla ricerca di un romanzo che affronta il difficile rapporto madre/figli in maniera diversa, credo che Anche le sante hanno una madre potrebbe piacervi, ma non dimenticatevi che è un romanzo, irreale e volutamente provocatorio.

Anche le sante hanno una madre, Allan Gurganus, Playground, 2015, Traduzione: Maria Baiocchi e Anna Tagliavini


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