Nelle principali città della Libia,da Tripoli a Bengasi ma anche in centri minori come Al-Baida, sull'onda di quanto è già avvenuto e sta avvenendo in diversi Paesi del Maghreb(ultimi in ordine di tempo..Marocco e Algeria) e alcuni del Medio Oriente, a prova indiscutibile di dittatura, ci sono insurrezioni popolari arginate con molta violenza dalle forze di polizia, le quali rispondono , ahimé,pesantemente e facendo ricorso ad armi da fuoco e proiettili veri.
Più che fare la conta di morti e feriti nelle strade e nelle piazze, le cui cifre sono ovviamente discordanti a seconda della fonte informativa da cui provengono, vediamo invece qual'è la situazione in Libia, radiografata da un attento osservatore di "cose libiche" come François Burgat, ricercatore del Cnrs, autore del famoso libro "La Libye", che in Francia e nei Paesi francofoni ha riscosso un apprezzabile successo.
"Il regime in Libia-precisa Burgat-si nasconde dietro una facciata di democrazia diretta ma sostanzialmente altro non è che una dittatura. Rispetto a Tunisia ed Egitto, sotto il profilo economico la situazione è certamente meno drammatica per il Paese nel suo insieme ma la ricchezza è molto mal distribuita. E l'assenza di fiducia nel regime ha bloccato, all'interno e all'estero ogni dinamica nel settore degli investimenti".
Insomma Burgat definisce la Libia un'economia piuttosto anemica, decisamente assistita, le cui entrate provengono al 90% essenzialmente dagli idrocarburi.
Senza di essi quasi certamente il "regime" avrebbe le ore contate.
E non è lontano dal profetizzare, su dati concreti, un possibile rivolgimento della situazione nel Paese del colonnello Gheddafi, che per altro "regna" indisturbato da oltre trent'anni , con prospettive dinastiche per i suoi"smidollati " eredi(vedi bagordi lontani e vicini nel tempo in Costa Smeralda e non solo) e tenendosi sempre ben stretti, con ricchi e abbondanti donativi, la casta dei militari. I suoi feroci aguzzini.
Ma la Libia ha anche una popolazione giovane con un'età media che si aggira tra i 24 e i 25 anni .
E quasi certamente i giovani non vogliono più stare a guardare.Urgono per loro soluzioni a breve termine.
Inoltre c'è al momento un tasso di disoccupazione al 30%, che non è detto che non sia destinato a crescere.
E c'è anche un livello bassissimo di democrazia(1,9 è l'indicatore) pari a quello che viene attualmente attribuito all'Iran.
Ma a chiarire il senso di tutto il discorso basti dire che, a proposito di internet, in Libia (rispetto alla visibilità sia pure difficoltosa di Tunisia e di Egitto) si ha, oggi come oggi ,solo il 5% di utenze.
E non è soltanto questione di povertà ,o comuque di ristrettezze economiche della gente, bensì proprio di mancanza di libertà.
Vedremo nelle prossime ore il succedersi degli eventi e sopratutto come si regoleranno i militari.
Militari che sono stati determinanti in Egitto per la cacciata di Mubarak.
Lo saranno anche in Libia?
Quesito da un milione di dollari...
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)