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Anche per oggi non si vola

Creato il 18 aprile 2010 da Diarioelettorale

Giorgio Gaber, cantautore milanese, scomparso nel 2003, era divenuto famoso negli anni ’50, ’60 con brani come “Porta Romana”, “Torpedo blu”, “Il Riccardo” e molti altri successi.
Negli anni ’70 si rimette radicalmente in discussione, rifiuta l’industria discografica e si dedica al teatro.
I suoi spettacoli hanno satirizzato sul costume e la società italiana con un innovativo punto di incontro tra canzoni e monologhi, tra momenti umoristici e riflessioni anche amare.
Nel 1974, Gaber realizzò una delle sue maggiore piece teatrali “Anche per oggi non si vola”, spettacolo in cui venivano affrontate ed analizzate le paure, le ansie e le malattie della società moderna dell’epoca.
Società che, secondo Gaber, schiaccia le persone, tenta di omologarle per poterle meglio controllare.
L’uomo per Gaber deve quindi riuscire a riappropriarsi della propria identità (“Angeleri Giuseppe”), ritrovare la propria semplicità (“Leggerezza” e “Ma dove l’ho messa?”), semplicità che permette di vedere cose che l’intelligenza non riesce a comprendere (“Giotto da Bondone”).
Nello spettacolo c’è anche un forte accento alla politica come “La peste”, un feroce atto di accusa sulle complicità tra organi dello Stato e stragi di stampo fascista, e “La realtà è un uccello” in cui critica la sinistra incapace di capire e vedere i cambiamenti del mondo.
Ma a Gaber interessa parlare soprattutto delle persone, dei rapporti umani e sottolinea quindi la necessità di riaffermare l’importanza del singolo individuo (“Chiedo scusa se parlo di Maria”), che può trovare solo nel confronto con gli altri la propria dimensione e la propria libertà (“La strada”).

Anche per oggi non si vola


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