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ANCONA. Nel pesciolino del Mozambico i segreti dell'invecchiamento utili a contrastare anche l'Alzheimer.

Creato il 15 marzo 2016 da Agipapress
ANCONA. Nel pesciolino del Mozambico i segreti dell'invecchiamento utili a contrastare anche l'Alzheimer.ANCONA. Nel Nothobranchius Ferzeri, il pesciolino del Mozambico sembrano proprio nascondersi i segreti del processo di invecchiamento cellulare. Il pesciolino ha infatti una vita brevissima ma riesce a rallentare il metabolismo attivando un processo simile a quello delle cellule umane quando invecchiano. Mappando il Dna del Nothobranchius infatti, si è osservato che alcuni geni sono presenti anche nell’uomo. Della recente scoperta, effettuata dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, se ne è parlato alla lettura “Dalla Savana ai laboratori” svoltasi ieri lunedì 14 marzo, alla Sala del Rettorato, ad Ancona nell’ambito dell’appuntamento organizzato dall’Irccs Inrca (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) e Università Politecnica delle Marche nell’ambito della “Settimana del Cervello” (14-19 Marzo), per diffondere al pubblico i risultati più interessanti della ricerca scientifica mondiale sul tema. “Comprendere i meccanismi biologici responsabili della vecchiaia – ha ricordato il sirettore scientifico Inrca Fabrizia Lattanzio introducendo l’incontro - è una necessità e allo stesso tempo una delle sfide più affascinanti e complesse della ricerca biomedica, poiché sono la causa di tutte le malattie umane”. L’importanza della sinergia negli studi sull’invecchiamento è stata ribadita anche dal Rettore Sauro Longhi. ANCONA. Nel pesciolino del Mozambico i segreti dell'invecchiamento utili a contrastare anche l'Alzheimer.Un impulso in tale direzione potrà essere dato proprio studiando il piccolo animale, che sviluppa gli stessi disturbi fisici dell’uomo quali problemi cardiovascolari, malattie neurodegenerative e tumori. “È il vertebrato - ha spiegato il professore Fiorenzo Conti, Direttore del Centro di Neurobiologia dell’invecchiamento Inrca - che mostra la maggiore velocità di crescita e la più breve aspettativa di vita, di soli sei mesi. Permette così di studiare in poco tempo gli effetti di cure per i quali servirebbero anni”. Relatore d’eccellenza Alessandro Cellerino direttore del Laboratorio di Biologia della Scuola Normale Superiore – il primo a descrivere il rapidissimo ciclo vitale dell’animale. “Quando le pozze d’acqua in cui vive si prosciugano, è in grado di interrompere la crescita ponendosi in una condizione di inattività, detta ‘diapausa’, per la quale l’organismo non si muove, non si alimenta e l’attività metabolica si riduce”. Riproducendo in laboratorio le condizioni di vita della Savana, è stato scoperto che i processi attivati durante la ‘diapausa’ e quelli dell’invecchiamento sono simili. In entrambi vengono attivati i geni responsabili della sintesi di nuove proteine. Se durante l'invecchiamento questi hanno lo scopo di compensare i danni subiti dalle proteine dovuti all’età, nella "diapausa" lo scopo è ancora sconosciuto."E’ su questo aspetto che sono indirizzate le ricerche future, volte ad accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci, anche per malattie come l'Alzheimer”.  (mpa)

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