di: Christoph Dreier
Secondo gli ultimi dati rilasciati venerdi dall’ agenzia statistica europea Eurostat, il tasso di disoccupazione nella zona euro è salito dal 12,1 per cento di marzo al 12,2 per cento nel mese di aprile. In totale, il 24,4 per cento dei giovani lavoratori non hanno lavoro.
I più alti tassi di disoccupazione si trovano nei paesi del sud, che si ritrovano immersi in una profonda recessione dal 2008. In cima alla lista troviamo la Grecia, con un tasso di disoccupazione del 27,0 per cento, una contrazione economica stimata del 4,2 per cento quest’anno. Il 62,5 per cento dei giovani sono attualmente senza lavoro.
Segue la Spagna con il 26,8 per cento di disoccupazione e il 56,4 per cento di disoccupazione tra i giovani. Anche le percentuali in Portogallo (17,8 per cento di disoccupazione complessiva, il 42,5 per cento per i giovani), Cipro (15,6 e 32,7 per cento), e Italia (12,0 e 40,5 per cento) sono estremamente elevate.
Ma anche in Svezia, dove nelle ultime settimane si sono verificati violenti scontri, quasi un quarto dei lavoratori con meno di 25 anni sono disoccupati. In Germania il tasso di disoccupazione è relativamente basso, al 5,4 per cento, anche se l’istituto nazionale di statistica tedesco stima invece il dato al 6,8 per cento.
In Francia l’11 per cento della popolazione attiva non ha un lavoro, mentre almeno il 26,5 per cento dei giovani sono disoccupati. Questo numero è aumentato costantemente negli ultimi 24 mesi. L’economia francese è di fronte ad una recessione prevista dell’ 0,1 per cento per quest’anno.
Questi dati ufficiali di Eurostat non includono però tutte le persone che in realtà non hanno un posto di lavoro in Europa. Ovvero tali dati sottostimano il numero totale di coloro che sono senza lavoro, dato che, ad esempio, tutte quelle persone disoccupate da molto tempo o che hanno rinunciato a cercare un occupazione, non vengono conteggiate.
Di conseguenza, i dati esatti riguardanti il numero totale dei lavoratori disoccupati sarebbero ancora più alti.
Questo aumento della disoccupazione e profonda recessione in molti paesi sono il risultato delle brutali misure di austerità imposte dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale. Paesi come la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l’Italia hanno ridotto i loro budget nel corso degli ultimi cinque anni, hanno licenziato centinaia di migliaia di lavoratori pubblici e hanno tagliato drasticamente i salari dei loro dipendenti che hanno mantenuto il posto di lavoro.
La classe dirigente europea ha nulla da offrire ai giovani di tutto il continente, se non la disoccupazione e la riduzione dei salari. Questo è stato sottolineato dai leader politici di Germania, Italia e Francia nei giorni prima della pubblicazione di questi nuovi dati, quando hanno presentato un piano per contrastare la disoccupazione giovanile nell’UE.
E anche se presentato con grande enfasi, in realtà non è altro che un programma per ulteriori tagli e attacchi sociali.
Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble, il ministro del Lavoro Ursula von der Leyen e i loro omologhi francesi Pierre Moscovici e Michel Sapin, hanno tenuto martedi una conferenza congiunta a Parigi, organizzata dal miliardario Nicolas Berggruen. Lo stesso giorno, i quattro politici hanno pubblicato le loro idee per le misure anti-disoccupazione sul quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.
In questo articolo, i quattro difendono fin dall’inizio quello che definiscono l’ “inevitabile consolidamento dei bilanci pubblici”, così come le “aggressive, coraggiose e visionarie riforme strutturali”, che, si suppone, consentiranno al continente di sopravvivere in condizioni di “concorrenza mondiale”.
Questa è una descrizione dei nuovi e profondi attacchi sociali come quelli già attuati dal governo tedesco nella sua Agenda 2010 di tagli alla spesa pubblica. Queste riforme hanno portato alla drastica diminuzione dei salari e la distruzione dei diritti del lavoro. Oggi più di un quarto dei lavoratori tedeschi lavorano in posti di lavoro a basso salario.
Secondo il documento, questa politica va completata con “impulsi per l’occupazione e la crescita” a favore dei giovani. Dando uno sguardo alle misure concrete si vede come questi non sono altro che un mantello per una politica aggressiva di attacchi sociali, che gli stessi autori hanno ammesso all’inizio.
Pur affermando il loro sostegno per un piano della Commissione europea già esistente per 6 miliardi di euro come stimolo alla spesa, non hanno annunciato un solo euro di spesa dedicata ai giovani. Hanno annunciato solo un programma di credito di 60 miliardi di euro da parte della Banca europea per gli investimenti. Parte di questi crediti dovrebbe essere poi girati ad aziende di medie dimensioni, hanno dichiarato i quattro politici.
Mercoledì scorso la Commissione europea ha recitato lo stesso copione, chiedendo ulteriori tagli sociali in tutti i paesi europei. Secondo la Commissione, la Germania deve tagliare i costi non salariali del lavoro, cioè la spesa sociale, e aumentare le tasse sui prodotti alimentari e su altri beni di prima necessità, al fine di rimanere una “forte economia al centro dell’Europa”.
Il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha anche sfidato il governo francese a intensificare la sua demolizione dei diritti sociali dei lavoratori, per avviare la riforma del sistema pensionistico francese e ridurre significativamente il costo del lavoro nei prossimi 18 mesi. In cambio, l’UE concede alla Francia altri due anni per portare il suo deficit di bilancio fino alla soglia del 3 per cento del PIL, in conformità ai regolamenti comunitari.
“La Francia ha perso la capacità di competere nel corso degli ultimi 10 o forse anche 20 anni.”, ha affermato Barroso. ”Il nostro messaggio alla Francia è effettivamente abbastanza esigente.”
La decisione finale sulla soglia di disavanzo deve essere presa dai ministri delle finanze europei in una riunione alla fine di giugno.
Anche se il presidente francese François Hollande ha detto che non avrebbe accettato un “diktat” da Bruxelles, ha reso inequivocabilmente chiaro che mirava a soddisfare le richieste per tagliare il deficit di bilancio e spesa sociale. In un incontro con il cancelliere tedesco Angela Merkel (CDU), Hollande ha affermato che “nulla è un tabù. Saranno effettuate tutte le riforme che devono essere intraprese. ”
Una settimana fa, lo stesso Hollande aveva elogiato la politica tedesca di Agenda 2010 come “progresso”, descrivendola come una raccolta di “coraggiose riforme per rendere sicuro il lavoro e per anticipare i cambiamenti sociali e culturali”.
Il governo greco, che sta lavorando sotto il controllo diretto della Commissione europea e il Fondo monetario internazionale, ha appena annunciato il licenziamento di 2.000 lavoratori, nell’ambito di un piano che prevede il licenziamento di oltre 15.000 lavoratori del settore pubblico.
Tra gli altri tagli, è stato riferito che anche 45 biblioteche pubbliche sono state chiuse. Questo è parte di un programma per eliminare 150.000 posti di lavoro del settore pubblico, attraverso licenziamenti, privatizzazioni e la non sostituzione del personale perso con il pensionamento o con le dimissioni , dove diventa particolarmente evidente il sadico e distruttivo carattere quando il 62,5 per cento dei giovani sono già disoccupati.
Allo stesso tempo, la Grecia sta portando sta procedendo con i programmi per la riduzione del salario minimo mensile per i giovani fino a 427 euro, un “impulso per la crescita”, basato sull’ incoraggiare gli imprenditori ad assumere giovani lavoratori perché possono essere sfruttate con salari da schiavi.
Questo è il programma della classe dirigente e dell’UE per ogni singolo paese del continente.
LINK: More Austerity in Europe in face of Record Unemployment