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Ancora Chatwin e la sua domanda: che ci faccio qui?

Da Paciampi
Ancora Chatwin e la sua domanda: che ci faccio qui?Ancora mi sembra di vedermelo davanti, con i suoi pantaloni corti da ufficiale britannico in missione nel deserto, la sahariana, lo zaino sulle spalle. Bruce Chatwin: giramondo avventuroso, curioso, persona a suo modo fortunata ma soprattutto inappagata.
Un uomo che sembra fatto apposta per regalare sogni da tenersi stretti, per riscaldare il cuore.
Dalla Patagonia che ha contribuito a trasformare in un mito letterario ai deserti dell’Australia dietro le vie dei canti immaginate dagli aborigeni e all’Afghanistan prima delle follie della guerra e del fanatismo. Dalla Toscana dove a lungo è stato ospite, in un castello del Valdarno, alla leggendaria Timbuctù.
Chatwin ha viaggiato per molti buoni motivi, ma soprattutto sospinto da un’irrequietezza esistenziale che a un certo punto gli ha fatto lasciare tutto per non fermarsi più. E proprie nelle pagine di questo libro, raccolte prima di una morte che è arrivata troppo presto, l’uomo con lo zaino sulle spalle ci racconta la sua straordinaria esperienza.
Ovunque nel mondo e ovunque accompagnato dalla solita domanda.
Che ci faccio qui?
Ieri l'occhio mi è cascato sullo scaffale dove custodisco tutti i miei libri dell'Adelphi. Mi è venuto naturale prendere in mano il volume che per titolo porta proprio questa domanda. Sfogliarlo e indugiarvi sopra.
Domanda che non è solo di Chatwin. Che è di tutti noi che camminiamo su questa terra. Fa bene, una domanda così.

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