Il marchio di fabbrica lo troviamo sempre sotto agli oggetti, occorre fare molta attenzione che non siamo contraffatti o disegnati ad arte!E questo lo si può imparare solo studiando i marchi, frequentando mercati ed aste da anni, ci si fa l’occhio esperto e difficilmente si viene truffati! Io iniziai a collezioanre all’età di dieci anni, partendo con i boccetti di profumo di mia sorella e delle sue amiche…. La firma della decoratrice (Angelika Kauffaman) la troveremo sempre e solo alla destra o alla sinistra del medaglione centale, mai in altre posizioni! Sotto ad ogni pezzo che usciva dalla fornace vi è stampigliato “vecchio Richard”, Laveno. o Ginori a seconda della fabbrica e dell’epoca in cui furono prodotti. I miei pezzi sono TUTTI punzonati e numerati con il timbro rosso. Non è infrequente che i numeri della produzione siano incisi e scavati dentro la porcellana e si possono vedere bene anche a d occhio nudo. Risalgono a Richard-Ginori, oggi GRG s.r.l.[1],che deve la sua origine alla Manifattura di Doccia, fondata nel 1735 dal marchese Carlo Ginori. nell’omonima località nei pressi di Colonnata, nel comune di Sesto Fiorentino in Provincia di Firenze. È famosa in tutto il mondo per la porcellana, la cui produzione è ancora sviluppata a a Sesto Fiorentino, nonostante la seguente fusione col gruppo industriale del milanese Augusto Richard, proprietario di altri stabilimenti, avvenuta nel 1896, da cui la denominazione odierna. Ammiriamo ora due piatti sempre Angelika a misura un poco più larga dei piatti per il desco. Raffigurano disegni di ragazze giovani, vergini(si diece..) e bellissime, molto dolci come curve, e sinuose nei corpi e nei seni adolescenziali. Suonano e ballano circondate da un bambino seminudo che suona l’arpa. Introvabili e provenienti da una mostra antiquariata di Fontanellato, acquistati circa 30 anni fa! Trattasi di piatti non per uso domestico ossia per cibo, ma piatti denominati di decoro o abbellimento della dimora nella quale venivano collocati.Anch’essi come tutte le mie collezioni, sono punzonati e numerati nel retro piatto.
A chiudere la carrellata altre Dame e principesse dipinte a mano con tratti di pennelli sottilissimi, firmate ai alti e messe su avorio e su legno dorato. L’abito è Impero per la damina nella foto centrale, epoca fine ‘700 e primi ‘800 per le altre dame. Elaborate le acconciature, soprattutto per la prima Dama di Corte, che indossa anche due giri di perle, pietra che veniva usata non sola ma mesciata ad altre più preziose.Ha un’espressione baldanzosa e sicura di sè, non è giovanissima ma denota un certo stile altero. Non è escluso che fosseuna Cortigiana. La mia preferita tra queste tre rimane la ragazza al centro: semplice, Napoleonica, viso ingenuo e riccioli semprein pendant con l’abito a risaltare il nobile viso! Belle non è vero? Alle prossime collezioni di Fabiana S.
per info e prezzi: 320 4380039.