All’epoca dei fatti, secondo le testimonianze, il calciatore si sarebbe buttato sotto le ruote di un camion, che l’avrebbe trascinato per circa 60 metri.
Il caso venne archiviato in quanto si considerò che il decesso fosse avvenuto per suicidio. Al suicidio però i familiari non hanno mai creduto e, tra l’altro, il corpo né presentava ferite compatibili con questa versione né risultava sporco nonostante la pioggia e le numerose pozzanghere.
Dopo 22 anni, il 29 Giugno 2011 la procura di Castrovillari decide di riaprire l’inchiesta sulla sua morte. Il procuratore capo Franco Giacomantonio riapre il caso registrando l’ipotesi di reato per omicidio volontario contro ignoti. Secondo i Ris di Messina, che il 22 febbraio 2012 depositano la loro perizia, il corpo travolto dal camion era già cadavere. Dunque, si ipotizzò che qualcuno l’avesse ammazzato e in seguito avesse inscenato un falso suicidio.
Dopo una serie di simulazioni, i Ris hanno anche constatato che se il giovane si fosse “gettato a pesce” sotto il camion, così come riferì l’ex compagna, le scarpe, la catenina e l’orologio avrebbero dovuto subire gravi danni ed invece erano intatti.
In 24 anni sono emersi diversi elementi in questa storia: dal suo acquisto, forse imposto dalla ‘ndrangheta, di un’auto con doppio fondo nel baule solitamente utilizzato per trasportare droga, alla complicata relazione con Isabella, la sua ex compagna con cui il giovane stesso aveva deciso di troncare, in auto con lui quella fatidica sera e a cui avrebbe confidato la sua volontà di suicidio per amore, ed infine alle telefonate da lui ricevute in più occasioni e che secondo testimoni gli scuotevano l’animo.
Infiniti dubbi e sospetti caratterizzano questa vicenda. Una sola è la certezza: Isabella Internò, ex fidanzata del calciatore, e Raffaele Pisano, autista del tir, sono sotto inchiesta per aver mentito e per entrambi sono fissati nuovi interrogatori per il mese di novembre, esattamente 24 anni dopo il tragico evento.