La Terra non è abbastanza grande per impedire le migrazioni in corso-dice Hagan Gunday,autore di "Ancòra", il suo ultimo romanzo, che racconta la Turchia d'oggi.
"Condividere conoscenze e risorse, intervenire sulle cause della disuguaglianza tra una regione e l'altra del pianeta, smettere di pensare che le conseguenze delle nostre decisioni non debbano riguardarci.Sacrificare qualcosa.Il sacrificio non è una rinuncia, ma l'unico modo per ritrovare la pace con se stessi e vivere in armonia con gli altri." (H.Gunday)
Cosa narra "Ancòra"?
Il nuovo romanzo-mondo di Hakan Günday entra con impeto e passione amara nel tema attuale dei migranti e del traffico d'uomini.
Il viaggio di Gaza sino in fondo all'inferno incarna mali sociali da combattere; il suo ritorno alla luce riaccende la speranza.
Prima parte: SFUMATO.
"Ancòra": è l'unica parola turca che sanno i migranti clandestini. Ancora acqua, ancora aria, ancora speranza. Gridano "Ancòra" chiusi nel camion, sul barcone che attraversa il Mare Egeo dalla Turchia alla Grecia. Gaza è il figlio di un trafficante di uomini e fin da piccolo impara a fare l'aguzzino in questo mondo spietato e confuso. Cresce nell'odio e l'unico affetto lo riceve da Cuma, un clandestino che lo tratta da amico e gli regala una rana di carta. Gaza porterà questo dono sempre con sé.
Seconda parte: CANGIANTE . Cuma muore, vittima delle angherie dei trafficanti. Il male travolge Gaza come un unico blocco nero. Il camion carico di clandestini si ribalta: lui perde il padre e resta intrappolato tra i corpi per tredici giorni. Sopravvive, ma con la fobia di ogni contatto umano.
Terza parte: CHIAROSCURO. In orfanotrofio si nutre di libri, e uno psichiatra se lo prende a cuore. Gaza intravede sprazzi di luce tra le ombre del mondo, ma non è ancora pronto al riscatto. La violenza è ancora il suo elemento: si unisce a razzisti e reazionari, partecipa a linciaggi.
Quarta parte: UNIONE. Solo un viaggio nella patria di Cuma, tra i Buddha giganti di Ba-miyan, restituirà a Gaza la pace. Scaverà finalmente per la vita, aiutando gli abitanti del villaggio a costruire un pozzo, e andrà incontro al suo destino a testa alta.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)