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Ancora la Poesia.

Creato il 27 dicembre 2013 da Arthur

Poesia

E così il Natale è passato con pranzi, baci, abbracci, e anche se non per tutti, con momenti di serenità.

Nell’attesa di farvi gli auguri per l’anno nuovo, vi ripropongo forse una delle poesie più belle che ha scritto mio Padre, Ombre, che parla di un incontro – lui stesso lo evoca – come durante una passeggiata, un incontro casuale di gente che vive una realtà sgombra di pensieri e proprio per questo felice di essere lì.

La speranza, come mi piace pensare, la consapevolezza di trovare uno spiraglio per incontrare quel sorriso.

Ma prima una piccolissima poesia – sempre sua – che secondo me è la metafora del Natale, di quel Natale che si dovrebbe vivere tutti i giorni.

 Il Merlo ferito.

Ho visto un merlo con la gamba rotta,
strillava furente il poverino;
l’ho preso in una mano,
l’ho accarezzato,
e lui riconoscente si è calmato.
 
                                                           Santi
 

Ombre

E strànio mi sento
in questo pullulare di apparenze,
mi viene il dubbio che il parlar
con tanta gente, altro non sia
che un dialogo tra ombre,
ombre camuffate d’argilla e calce
mista a cenere.
Che tristezza!
E’ tutto ciò delirio della mente
che, creando, corrompe
la mia corrotta immaginazione,
oppure intorno a me c’è indifferenza?
La mente si smarrisce,
e fra tanti, che
mi sfiorano ignorandomi,
temo di essere un’ombra anch’io,
ombra tra ombre,
soffio fuggente
in una moltitudine sfuggente.
E incerto qui di vivere
vorrei migrare in altra dimensione
per incontrare gente ancora viva
che, sgombra di pensieri, mi sorrida.

Santi

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