“Fate le cose che vi orientano verso i grandi interrogativi,
ed evitate quelle che si svalutano e vi rendono banali. La parte luminosa di voi
- la vostra anima, se volete – è fulgida e brillante come ogni altra mai esistita.
George Saunders
Se è vero che è stato il caso a distribuirci sulla terra
lasciamoci vivere in pace quel poco di vita che a caso ci verrà dato di vivere
ecco: bisogna fare in fretta a riportare amore in tutte le cose del vivere
ed ogni uomo ha la pace come la guerra in mezzo a se stesso,
DUE POESIE DI GASSID MOHAMMED
![Ancora mi spezza il fiato l’ascoltare della morte in Iraq- Due poesie di Gassid Mohammed Dania Shihab](http://m2.paperblog.com/i/234/2344505/ancora-mi-spezza-il-fiato-lascoltare-della-mo-L-9oIZIX.jpeg)
Dania Shihab
L’ultima cena
… e nella nostra strada
a venti metri da casa mia
attraverso la vetrina del forno
ballavano le fiamme
e con l’odore del sole l’odore del pane
si diffondeva nella strada e nelle case
il sole ritirava le sue reti dal nostro quartiere
e la sera spargeva il buio con delicatezza nelle vie
dal minareto gli echi del muazzin riecheggiavano come la serenità
negli angoli delle case
il mio vicino … a dieci metri da casa mia a dieci minuti dalla cena
tornava con un sacchetto di pane
tredici pezzi di pane
sua moglie –forse- era attorniata dalle nuvole vaporose delle pentole
e i suoi bambini erano attaccati alla porta
accompagnavano i suoi passi con gli occhi
distrattamente il mio vicino sbagliò un passo
sotto i suoi piedi esplose un sacco di spazzatura
il suo sangue e il pane si sono mescolati nel ventre della terra
i suoi bambini erano ancora attaccati alla porta
mentre sua moglie –forse- ha odorato insieme al vapore delle pentole altri odori
in quel giorno
l’odore del pane non si diffuse nella nostra strada
e nemmeno nelle case!
Ma come …
Com’è che le porte sono diventate frontiere
e le strade fronti di morte!!
Al mercato
Il sole si nascondeva ancora dietro i palazzi
e come una bambina timida che si affacciava da dietro la madre
il sole si affacciava tra una strada e l’altra
sulle facce di operai che cancellavano il sonno con una tazzina di te e un boccone
sulle facce di bambini che sulle loro palpebre
il sonno dormiva ancora
nel mercato si aprivano pigre le bocche dei negozi
sbadigliavano, cacciavano via con il respiro
il buio della notte prima
il mercato si svegliava e indossava i suoi vestiti laceri
portava il sole sulle spalle diretto verso il tramonto
nel suo corteo si mettevano in cammino gli affamati
come se fossero ubriachi, ma non lo erano
erano piuttosto delle formiche che seguivano l’odore del pane
si mischiavano le voci nell’orchestra del mercato
si scontravano i carri dei facchini
che portavano il cadavere del giorno, steso dalla mattina alla sera
i bambini giravano in mezzo alla calca
vendevano buste da spesa o altre merci simili alle loro facce
dal cui profitto sostenevano una nonna, una madre e dei fratelli
in mezzo al mercato si fermò una macchina
che richiedeva uomini
corsero i facchini come cammelli assetati
corsero i bambini a vendere le loro merci con invocazione da monaci
corsero con grande desiderio
come il desiderio delle farfalle alla luce
era ancora mattina
e il mercato faceva appena i primi passi lenti
come un mendicante che elemosina la vita
ma la morte gridò in faccia ai facchini e ai bambini
si stese il mercato smembrato e bruciato
e i suoi stracci sono diventati ceneri rosse
mentre il sole ancora si arrampicava sui palazzi.