Si allunga la scia delle morti in carcere, 12 persone decedute in venti giorni: undici reclusi e un agente penitenziario. Nei primi 7 mesi del 2011 sono 110i decessi per diverse cause all’interno delle case circondariali; 37 i casi di suicidio, di cui quattro hanno riguardato poliziotti penitenziari. Dal 2000 a oggi sono in tutto 663 i detenuti e 88 gli agenti che si sono tolti la vita. In totale, i decessi sono stati 1.856: in oltre 150 casi le cause della morte sono ancora da accertare. Gli ultimi due casi sono di persone anziane. Il 20 luglio, mercoledì scorso, un italiano di 73 anni, originario di Rossano Calabro (Cs),internato nell’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto si è impiccato nella sua cella. Era recluso dallo scorso mese di novembre, dopo la revoca dello stato di libertà per violazione degli obblighi cui era sottoposto. Si legge sul blog di Sicilia: “Vano il tentativo di soccorso del medico di guardia e dell’infermiere di turno al reparto, oltre che dello stesso agente che ha lanciato l’allarme appena si è accorto che dietro la porta a vetri l’internato aveva nascosto la visuale verso il corridoio esterno con una coperta.”
Precedentemente si sono tolti la vita Cosimo Intrepido, 31enne detenuto a Teramo, Antonio Padula 46enne detenuto a Lecce, Luigi del Bello, 81 anni, in detenzione domiciliare a Lanciano (Ch). Altre morti pare siano avvenute a causa di gravi patologie pregresse: Ennio Manco, 52 anni, paraplegico e cardiopatico, nel carcere “Pagliarelli” di Palermo; Giorgio Manni, 51 anni, in detenzione domiciliare a Roma; Vincenzo Troia, 73enne ristretto in regime di “41-bis” nel carcere di Opera (Mi). Le morti per “cause da accertare” sono state invece quattro: V.G., 36 anni, internato nell’Opg di Aversa (Ce); Giuseppe La Piana, 36 anni, detenuto nel carcere “Pagliarelli” di Palermo; una detenuta italiana di 32 anni, deceduta nel carcere di Trani (Ba) e Mario Fiore, 29enne ristretto nella sezione internati del carcere di Sulmona (Aq). I nomi in elenco sono solo i casi più eclatanti, con l’estate infatti in diversi carceri la situazione peggiora: il sovrannumero dei detenuti, la non colposa scarsa vigilanza per carenza di personale penitenziario, le strutture fatiscenti e quanto altro aumento il grado di depressione del ristretto. Attualmente è dato sapere che in diverse strutture penali si attua lo sciopero del rancio e, alcuni detenuti sono in sciopero della fame.
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