Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA
Solo pochi giorni fa avevamo parlato dell'idrogeno che la circonda (Il grande asteroide Vesta è circondato da idrogeno) ed ecco che Vesta torna di nuovo a fare notizia.
Le sue grandi depressioni suggeriscono infatti, una complessità geologica superiore a qualsiasi altro asteroide.
Dal momento i cui sono state scoperte, gli scienziati hanno lavorato sui dati inviati dalla sonda Dawn per determinarne l'origine.
La ricerca rafforza la tesi che Vesta ha un nucleo, un mantello e una crosta, un tipo di struttura normalmente riservata a corpi più grandi come pianeti e lune di grandi dimensioni.
Un vasto sistema di depressioni circonda la regione equatoriale di Vesta: la più grande, chiamata Divalia Fossa, supera la dimensione del Grand Canyon. Si estende per 465 chilometri di lunghezza e 22 chilometri di larghezza, per 5 chilometri di profondità.
Tale morfologia non può essere spiegata da impatti con corpi di piccole dimensioni: dai nuovi dati della sonda Dawn infatti, emerge che all'origine possa esserci una grande collisione. La scala e il tipo di frattura che caratterizza le depressioni può essere spiegata solo da una struttura interna complessa e differenziata, composta da un nucleo, un mantello e una crosta.
Vesta era in sostanza, un piccolo pianeta.
Per approfondimenti: http://www.agu.org/news/press/pr_archives/2012/2012-42.shtml