Il piccolo Gabry aveva più o meno quattro anni quando lasciò questo mondo. I 4000 anni trascorsi da allora, quanto restava di lui è stato gelosamente custodito dalle cortecce di ontano che, con la terra e la torba, lo avvolgevano quasi a proteggerlo. Di lui ci è arrivato solo il cranio, senza la mandibola e con qualche dente da latte.
Non si sa se Gabry era un maschio o una femmina e non si sa nemmeno se la sua fosse realmente una sepoltura. Non sono state trovate altre ossa, attorno al piccolo teschio mutilo. Si sa che un incendio sicuramente distrusse uno dei villaggi palafitticoli del Lucone a Polpenazze, vicino al luogo del ritrovamento, nel 1980 a.C., Età del Bronzo. Ma Gabry non morì in quell'incendio perché quanto resta di lui o di lei non reca segni di combustione.
Forse è stato deposto all'interno del villaggio pochi anni dopo l'incendio, come una sorta di simbolo apotropaico. Gabry potrà "parlare" agli studiosi, con il tempo, riguardo agli antichi culti dei crani, praticati proprio nell'epoca in cui il piccolo (o la piccola) morì.