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di Rina Brundu. Ci sono capitata per caso, mentre facevo zapping dopo avere deciso che del commitment pseudo-sartriano di regime di Massimo Giletti in questa gloriosa domenica di gennaio non ne volevo sentire. A farmi restare sintonizzata su Canale5 e sul programma “Domenica Live” di Barbara D’Urso è stata la velina in sovraimpressione che prometteva una intervista esclusiva ad Alessandro Di Battista nell’aftermath del Caso Quarto. Il pegno l’ho pagato nell’attesa essendomi dovuta sorbire la figura di quell’Andrea Romano (PD) – recentemente scudisciato dialetticamente da Marco Travaglio in quel di “Otto e mezzo” – che pontificava contra le colpe dei vertici M5S e senza alcuna vergogna politica chiedeva a costoro di “chiedere scusa”.
Francamente, neppure l’Esclusiva tanto reclamatizzata ha detto niente di nuovo. E più che di intervista vera e propria si trattava di una dichiarazione rilasciata per strada da Alessandro Di Battista all’inviata della trasmissione. “La brutta esperienza fatta a Quarto” ha detto l’esponente grillino “ci aiuterà a migliorarci. Del resto a Quarto c’era solo il Movimento Cinque Stelle perché tutte le altre liste non erano presentabili…”. Il resto era ordinaria dialettica, contestata in studio a suon di polemiche sterili senza arte ne parte che hanno portato all’ennesimo e immediato cambio di canale.
Tuttavia, è rimasta impressa nella memoria, la ferocia con cui questi agenti di regime e rappresentanti della casta a vario titolo si scagliavano contro il Movimento. Di fatto si evinceva che avevano atteso quel momento da tempo immemore; avevano anelato il momento del passo falso per scagliare contro questi ragazzi un poco della merda che da decenni si ritrovano addosso, quella merda con cui hanno imparato a convivere e di cui apparentemente non riescono a fare a meno, comportandosi quasi alla stregua di una diva d’antan con la sua essenza profumata preferita.
Ma come sovente avviene nella nostra Repubblica delle Banane la verità è un’altra. La verità recita, per esempio, che il Movimento di Grillo dopo il cosiddetto “Scandalo Quarto” ha perso poco, pochissimo in termini di gradimento presso i suoi elettori. Di converso è stato subito chiaro agli stessi elettori che se evitare l’abbraccio tentacolare della criminalità organizzata è molto difficile per chiunque in Italia, l’approccio “spiccio” a base di espulsioni, adottato dai vertici del Movimento, è l’unico vero approccio da adottarsi in questo particolare momento storico. Non a caso io resto convinta che questo particolare “scandalo” segnerà una sorta di punto di non-ritorno e avrà la sua nemesi, si ritorcerà contro la casta con un potentissimo effetto boomerang… finanche forte abbastanza da restituirci finalmente democrazia e libertà… sooner rather than later.