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Ancora sulla fedeltà alemanna (+bonus boobs)

Da Valeriadisagio

Ancora sulla fedeltà alemanna (+bonus boobs)Cosa: Aringhe in salsa di uovo e senape

Nome: zarte Heringsfilets in Eier-Senf-Creme Petri (tipico cognome del Meclemburgo)

Dove: Lidl

Prezzo: 1,39 €

Giudizio: 4/5

Volevo aprire discettando sulla superiorità della razza germanica, ma puzza di già visto e poi sono rimasto suggestionato da un film, quindi ve lo racconto (fuori tema per fuori tema, l’incipit cinematografico paga di più).

Poi fuori tema manco troppo che le tracce possibili erano due: prodotti tedeschi e pesce, vada per la seconda.

Insomma il capolavoro in questione è Piranha 3D e volendo stilizzare l’opera, ben più ricca e complessa di una vuota definizione, potremmo dire ‘metri cubi di cadaveri trinciati e oceani di tette’. Davvero un tripudio di tutte due le cose.

A un certo punto c’è l’ex ciccione di Stand By Me (nonché mio amico Ultraman) mezzo mangiato – sembra andato già da ore, è mezzo mangiato e sarebbe pure legittimo – che si tira su e, afferrando il protagonista con quel fare drammatico delle rivelazioni in punto di morte (tipo “per interrompere il conto alla rovescia la combinazione è…”, piuttosto che “salva almeno lei, la tengono nascosta in..”), dice “WET T-SHIRTS, WET T-SHIRTS, WET T-SHIRTS!”.*

Poi sbroffa un po’ di sangue e muore per davvero.

Oppure c’è Marsellus Wallace che se ne muore ma porta un sacco di quei bastardi all’inferno con lui.

Poi c’è un pene mozzato** che finisce in acqua e viene subito azzannato da uno dei voraci pescioni (per la verità se lo litigano in due), che però lo risputa poco dopo, tutto maciullato, ruttando.

Una scena molto sobria, evidente omaggio al Lucio Dalla di quella che gli diceva poveretto il tuo sesso ecc.

Insomma una vaccata inenarrabile. Un po’ la versione politicamente più accessibile de La Cinese di Godard.

Finito il film mi è venuta fame ***

E mi sono mangiato una roba che avevo preso al Lidl proprio per recensirvela, con rinnovato vigore dato che volevo riaffermare la superiorità umana sul mondo ittico: filetti di aringa in salsa di uovo e senape (secondo quanto riportato sul retro nella maggior parte delle lingue, i filetti sono anche teneri, ma in italiano e portoghese no, sono filetti e buona).

Lo stesso genere di porcata deliziosa che trovate all’Ikea, con la differenza che lì costa otto volte tanto ed è meno della metà.

Certo, i nostri amici crucchi non offrono quel bouquet di gusti che invece gli scandinavi, però danno una prova di eclettismo e misurata follia che mai nessun Esbjörn o Gunhild potranno mai raggiungere (meglio non indagare troppo, comunque): le aringhe in salsa di pomodoro e mozzarella.

Surreale e orrorifico, lo so, altro che piranha, credo che le aringhe alla pizzaiola siano illegali in una cinquantina di paesi (dovrebbero, almeno).

Le ho osservate per un po’, con quel misto di paura e desiderio e il cuore che batteva forte forte.

Poi mi sono ricordato che ho un’età, una famiglia e – che io sia maledetto – delle papille gustative.

Sicché, l’audacia è sfumata e ho ripiegato sulle aringhe con senape e uovo. Ovviamente – ma che ve lo dico a fare – deliziose.

Un po’ tanta salsa forse: a quelli schizzinosi e/o civilizzati consiglio di metterle in un piatto.

Agli altri, ai quali va il mio fraterno abbraccio, posso solo dire che la lamierina conserva la fragranza e poi, cazzo, c’è un macello di salsa.

*contestualizzando, è la spring break (oltre che un horror per ragazzini), da qui le tette. Tante e grandi, l’ho già detto?

**sì lo so, nella realtà non si dice così, ma questa è letteratura, bitches

***che maestria nei collegamenti

[a cura di Gu]



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