Disegno di Chappatte
Patrick Chappatte è un figlio del mondo: nato a Karachi nel 1967 da madre libanese e padre svizzero, è cresciuto a Singapore e in Svizzera. Fa il cartoonist e l'illustratore: ha lavorato per il New York Times e Newsweek. Ora disegna per il quotidiano svizzero di lingua francese Le Temps e quello di lingua tedesca Neue Zürcher Zeitung e infine per l'International Herald Tribune. Un biglietto da visita del tutto rispettabile.Ho conosciuto il suo lavoro grazie al settimanale Internazionale: spesso, nell'ultima pagina (quella riservata alle vignette tratte dai giornali di tutto il mondo) viene proposto uno dei suoi graffianti "editoriali disegnati".
Nel numero 886 di questa settimana, il giornale diretto da Giovanni De Mauro esalta ancor di più il talento del cartoonist svizzero-libanese, allegando, a mo' di inserto composto da 3 grandi pagine, un suo reportage a fumetti.
Il tema della rubrica Graphic Journalism è, ancora una volta, la rivoluzione tunisina: dopo l'efficace reportage della settimana scorsa ad opera di Othman Selmi (di qui ho parlato qui), Chappatte realizza la sua corrispondenza andando di persona nelle città del centro-sud della Tunisia, dove la rivoluzione è iniziata. Lo stile è simile a quello di Joe Sacco: Chappatte fa parlare direttamente i protagonisti, esponenti dell'opposizione e semplici cittadini, che non vedono l'ora di raccontare i loro problemi al mondo dopo 23 anni di silenzio imposto dalle autorità.
Disegno di Chappatte
La voglia di libertà, di democrazia, di una società giusta e non corrotta emerge chiaramente dalle parole dei giovani, che sono per lo più disoccupati e che hanno cercato spesso fortuna imbarcandosi in una bagnarola alla volta dell'Italia.
Disegno di Chappatte
Curiosando sul sito di Chappatte ho scoperto poi che questo reportage è solo l'ultimo di una lunga serie: Nairobi, Ossezia, Gaza, Giappone, Libano, Iran sono solo alcuni dei teatri del mondo visitati dal nostro cartoonist.
Disegno di Chappatte
L'intero reportage sulla Tunisia lo potete trovare, in lingua francese, sul sito del quotidiano Le Temps in questa pagina, oppure, naturalmente in italiano, acquistando Internazionale di questa settimana.
Una breve considerazione finale: come mai bisogna andare a cercare i giornali stranieri per trovare un reportage giornalistico a fumetti, mentre i nostrani La Repubblica, Il Corriere della Sera o La Stampa, solo per citare i più diffusi, non sanno nenche cosa sia il termine Graphic Journalism o, se lo sanno, lo ignorano bellamente? Forse non immaginano neppure la potenzialità informativa e di approfondimento (lasciando da parte il valore artistico) che può avere un reportage realizzato attraverso i fumetti. Probabilmente non lo considerano degno di essere pubblicato accanto agli articoli scritti.