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Ancora una chance?

Creato il 17 giugno 2014 da Patuasia

Il fare e disfare in Valle d’Aosta ha il suo lato positivo che sta nel verbo rifare. Realizzata una schifezza resta la speranza che venga prima o poi distrutta per dare nuova linfa appaltatrice agli amici. “Fare girare l’economia”, si diceva fino a poco tempo fa. Così è per la vituperata piazza Severino Caveri che, si spera, sarà altra cosa, rispetto a quella spianata di pietre. Anche se dal progetto poco si riesce a intuire. Chissà dunque che anche la Porta Pretoria non abbia questa chance?  Non possa recuperare la sua valenza urbanistica oltre che architettonica. La piazza medievale, luogo di relazioni, di incontri, di suggestioni… della cui perdita qualcuno dovrà pur portare una responsabilità. Già, perché la città non è monumenti isolati fra loro, questi sono intrecciati indissolubilmente con la storia che trasforma e crea e trasforma. Non tenerne conto è uccidere la città intesa come spazio di collettività. L’attuale monumento romano non è più niente: non è quello che è stato ai tempi di Augusto e non è quello che è stato dopo incluso l’oggi. E’ morto. Chiuso in un sacrario di ferro e cemento, neanche buono per una fotografia che non può rivelare la sua monumentalità monca. C’è una presa di distanza fra i cittadini e il loro monumento di eccellenza, lo stesso che ospitava la fiera di sant’Orso, le corali, i musicisti di strada, ma anche semplici pedoni che si fermavano a chiacchierare, a mangiare un gelato; oggi tutto questo che è poi la vita, è stato precluso. La Porta Pretoria è diventata solo una scocciatura da attraversare in fretta. Cloaca massima per rifiuti vari. Possibile riaverla fra noi?


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