Ci riprovano sempre, a ogni pié sospinto. E dall’altra parte, dalla parte dei censori, c’è sempre un fascista, quel fascista: Maurizio Caspar Gasparri. La storia. Gasparri del Pdl e Vannino Chiti del Pd presentano una proposta di legge bipartisan per salvare Alessandro Sallusti dalle patrie galere. Il carcere per “diffamazione” a mezzo stampa è troppo, una cosa che sa di regime, una delle ragioni per le quali l’Italia, in quanto a libertà di stampa, viene subito dopo la Guinea Bissau. E tanto perché la storia si ripete all’infinito, a Gasparri salta lo schiribizzo di “integrare” il testo iniziale con provvedimenti da Ministero della Censura. Il testo originale della legge prevedeva che la smentita occupasse lo stesso spazio della notizia diffamatoria (per evitare la sanzione restrittiva) e che la pena pecuniaria non superasse i 50mila euro. Strada facendo, come canta quel pifferaio che si chiama Claudio Baglioni, la legge è cambiata ed è diventata solo sanzionatoria, tornando a includere nelle pene previste anche i singoli blog e non, come in prima stesura, solo i giornali on-line. Per il giornalista recidivo, invece, Gasparri ha pensato a una interdizione a vita dalla professione, costringendo l’ex magistrato Felice Casson a introdurre un emendamento che fermasse l’esclusione a tre anni. La sanzione pecuniaria, secondo i pidiellini, dovrebbe essere di 100mila euro, una cifra enorme che metterebbe in crisi qualsiasi redazione, anche quelle dei giornali più grandi; i piccoli chiuderebbero e basta. Rispetto poi all’emendamento anti-Gabanelli, il senatore Berselli, relatore del Pdl, ha detto che il suo collega Caliendo non aveva nessuna intenzione di discriminare la giornalista della Rai togliendole ogni “ombrello” legale e che lo stesso Caliendo è disposto a ritirarlo. Mentre sul resto gli chauffeur di Berluspony non intendono mediare. Ma sapete qual è il rischio? Che continuando di questo passo la legge resterà immutata e aprirà, di fatto, le porte di San Vittore a Sallusti. E noi lo confermiamo: “Siamo tutti Sallusti un paio di... “.
Ancora una legge bavaglio. Ancora un tentativo di intimidire la stampa, meno che Sallusti e gli amici degli amici. Ancora fasci vs freelance
Creato il 22 ottobre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsortiCi riprovano sempre, a ogni pié sospinto. E dall’altra parte, dalla parte dei censori, c’è sempre un fascista, quel fascista: Maurizio Caspar Gasparri. La storia. Gasparri del Pdl e Vannino Chiti del Pd presentano una proposta di legge bipartisan per salvare Alessandro Sallusti dalle patrie galere. Il carcere per “diffamazione” a mezzo stampa è troppo, una cosa che sa di regime, una delle ragioni per le quali l’Italia, in quanto a libertà di stampa, viene subito dopo la Guinea Bissau. E tanto perché la storia si ripete all’infinito, a Gasparri salta lo schiribizzo di “integrare” il testo iniziale con provvedimenti da Ministero della Censura. Il testo originale della legge prevedeva che la smentita occupasse lo stesso spazio della notizia diffamatoria (per evitare la sanzione restrittiva) e che la pena pecuniaria non superasse i 50mila euro. Strada facendo, come canta quel pifferaio che si chiama Claudio Baglioni, la legge è cambiata ed è diventata solo sanzionatoria, tornando a includere nelle pene previste anche i singoli blog e non, come in prima stesura, solo i giornali on-line. Per il giornalista recidivo, invece, Gasparri ha pensato a una interdizione a vita dalla professione, costringendo l’ex magistrato Felice Casson a introdurre un emendamento che fermasse l’esclusione a tre anni. La sanzione pecuniaria, secondo i pidiellini, dovrebbe essere di 100mila euro, una cifra enorme che metterebbe in crisi qualsiasi redazione, anche quelle dei giornali più grandi; i piccoli chiuderebbero e basta. Rispetto poi all’emendamento anti-Gabanelli, il senatore Berselli, relatore del Pdl, ha detto che il suo collega Caliendo non aveva nessuna intenzione di discriminare la giornalista della Rai togliendole ogni “ombrello” legale e che lo stesso Caliendo è disposto a ritirarlo. Mentre sul resto gli chauffeur di Berluspony non intendono mediare. Ma sapete qual è il rischio? Che continuando di questo passo la legge resterà immutata e aprirà, di fatto, le porte di San Vittore a Sallusti. E noi lo confermiamo: “Siamo tutti Sallusti un paio di... “.
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