Magazine Diario personale

Ancora una volta sacchi di plastica

Da Sogniebisogni
 

Giuseppe Modica - La stanza dell'inquietudine
La stanza dell'inquietudine opera di Giuseppe Modica
Ancora una volta sacchi di plastica, scatole di cartone e mobili nella valle, come all’interno di un quadro di De Chirico. Trasloco per l’ennesima volta e questo rende il postaggio un po’ incerto. Il lavoro incombe, il frigo è in ritardo, il materasso viene consegnato a ore assurde, la vernice (verde acido) impuzzolisce la cucina nuova. I miei due portatili sembrano risentire della nevrosi circostante (o forse è soltanto il caldo). Si sono rotti entrambi a luglio e di nuovo ad agosto, puntualmente nel nadir dei soldi. Ora uno dei due ha lo schermo completamente nero, l’altro, vecchissimo, ha problemi a far partire il Windows. Andando un po’ a tentativi, in modalità vattelappesca, l’ho fatto tornare alla configurazione nella quale era il 19 agosto ed è ripartito, anche se non so per quanto.

Penso vigliaccamente: «Potesse funzionare anche col mio cervello». Da dove lo farei ripartire? Dall’ultima volta che ero innamorato? Da quando studiavo in America? Da quando ero un giovane di belle speranze? Ma poi forse la vera vigliaccheria non sarebbe tornare indietro nel passato, ma rimanerci agghiacciato e nascosto, come in un fotogramma fisso. Roba da Overlook Hotel. È impossibile, ma chi l’ha detto che le tentazioni riguardano solo i peccati possibili? Perciò vade retro e ben venga il solito nomadismo che questa volta mi porta vicino i cantieri della nuova Stazione Tiburtina…


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