Il sesto capitolo di Just Dance arriva sul mercato con tante conferme. Forse troppe
Trovarsi nuovamente a parlare di Just Dance per il sesto anno consecutivo dà la proporzione del successo della serie di Ubisoft, che - come abbiamo spesso detto - è stata una delle pochissime superstiti dallo scoppio della bolla casual dell'epoca post Wii.
La ristrutturazione del mercato verso un tipo di utenza più fedele, appassionato e di conseguenza spendente, e lo stesso riposizionamento di Nintendo con Wii U ha però giocoforza ridotto i numeri della serie, passata dalla decina (e passa) di milioni di copie vendute dei picchi ai circa 5 dell'ultimo capitolo. Non a caso la casa francese ha giocato quest'anno la carta della versione mobile, che abbiamo più che favorevolmente recensito da poco su queste pagine, individuando correttamente proprio in quel mercato il bacino casual attualmente più consistente. Ovviamente la versione iOS e Android non ha compromesso la pubblicazione di una edizione "classica" per home console, intitolata Just Dance 2015. I risultati non sono però purtroppo altrettanto interessanti.
Just Dance 2015 - Trailer di lancio
Il re della balera
La storia di Just Dance è passata attraverso una evoluzione quasi del tutto inesistente delle meccaniche di base, segnale della bontà dell'idea originale: che sia con un WiiMote in mano piuttosto che con Move o di fronte a PlayStation Camera o Kinect, il concetto di base è sempre rimasto quello di cercare di replicare davanti allo schermo le coreografie proposte, sulle note di una selezione dei brani pop (e non solo) più famosi degli ultimi anni. Il team di sviluppo ha preferito quindi irrobustire l'offerta del contorno, aggiungendo modalità e garantendo un multiplayer non solo in locale ma anche online.
Se fino ad oggi lo sforzo produttivo si è quindi percepito piuttosto distintamente, con Just Dance 2015 si avverte al contrario un momento di stasi, di stanca del franchise, probabilmente giunto nella attuale formula ad aver detto tutto quanto aveva da dire.
Le novità vere e proprie sono infatti limitate tanto nel loro numero quanto nell'effettivo impatto sull'esperienza: si parla infatti della Community Remix, ovvero nella disponibilità di brani (per il momento solo Happy di Pharrell Williams), nei quali la coreografia non è composta dalle solite silhouette bensì da spezzoni di filmati registrati da utenti reali impegnati durante le loro performance. Una variante simpatica, ma nulla più. A questo si aggiunge la modalità Challenger, che permette di sfidare amici e altri giocatori in maniera più circostanziata, rendendo le sessioni in singolo meno "solitarie". Uno sforzo interessante, così come è gradevole la modalità online quasi identica a quella dell'anno scorso, ma è evidente come Just Dance dia il meglio di sé quando giocato assieme ad altre persone nella stessa stanza, condividendo tanto l'imbarazzo quanto il divertimento. La versione che abbiamo avuto modo di testare è quella Wii U, ma per quanto riguarda Xbox One e PlayStation 4 Ubisoft ha avuto l'ottima idea di permettere di giocare anche agli utenti che non possiedono le relative telecamere o sensori di movimento. Tutto questo grazie semplicemente agli smartphone (iOS e Android), che grazie ad una apposita applicazione possono fungere da controller esattamente come se fossero dei Wiimote. Una soluzione intelligente, che riduce il costo di ingresso per Just Dance 2015 e contemporaneamente si inserisce all'interno di quel trend più che evidente di abbandono delle periferiche di questo tipo che il mercato sta seguendo.
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Just Dance 2015 è sempre uno splendido party game, ma la serie ha ormai bisogno di essere ripensata
La realtà è che Just Dance 2015 è un prodotto che nella sua versione retail da 40-50 euro, dopo 6 anni di sfruttamento del franchise, inizia a fare fatica a trovare piena giustificazione.
L'innegabile riduzione della spinta creativa si traduce in ultima analisi in un prodotto che sostanzialmente non è altro che una raccolta di nuovi brani con le relative coreografie. Su disco sono presenti oltre 40 brani, a cui se ne possono aggiungere altri che vanno però acquistati singolarmente tramite l'apposito Shop: al momento in cui scriviamo, buona parte di essi sono riciclati dagli episodi precedenti, ma è scontato che l'offerta venga irrobustita con tracce inedite nei prossimi mesi. Il problema è che l'estrema varietà nei generi delle tracce proposte, organizzate in maniera tale da cercare di poter interessare la più ampia fetta di utenza possibile, porta con sé il rovescio della medaglia di rendere di fatto solo una manciata di esse realmente rilevante per l'utente. Difficile credere che chi ama ballare sulle note di Bad Romance di Lady Gaga abbia la stessa predisposizione anche con Let it Go dalla colonna sonora di Frozen, Epic Sirtaki di The Bouzouki's o l'agghiacciante Xmas Tree di Bollywood Santa, mentre è più probabile che dal totale delle canzoni offerte siano poi solo meno della metà quelle che saranno realmente scelte consapevolmente. Un prodotto idealmente simile per target di utenza come Singstar ha adottato il canale di distribuzione digital, con un client di base gratuito da costruire poi brano dopo brano sulla base dei propri gusti. Una strada analoga potrebbe essere quella preferibile anche per il futuro di Just Dance.
Pro
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Ancora e sempre uno dei migliori party game in circolazione
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Tracklist ampia
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Accessibile a chiunque
Contro
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Quasi un data disk
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Brani appartenenti a troppi generi diversi