Ad Age ha pubblicato alcuni estratti dal rapporto <<100 Leading Media Companies>>, sull’andamento delle principali imprese attive nel settore dei Media negli Stati Uniti.
A fronte di un recupero nel primo semestre del 2010 che vede un incremento complessivo di circa il 6% la stampa quotidiana e periodica continua ad essere il mezzo che più soffre sia in termini di vendite delle pubblicazioni che di revenues pubblicitarie.
E’ una situazione che emerge con una chiarezza dirompente dall’analisi della perdita di posti di lavoro nel comparto, con la carta stampata che pesa oltre il 50% del totale e la peggior tendenza tra tutti i media nell’ultimo triennio anche sotto questo profilo.
Si tratta di una debacle alla quale i media digitali non sembrano essere in grado di sopperire ne in termini occupazionali ne a livello di redditività.
Se, come pare, il rapporto delle curve di ricavo tra stampa è digitale è di 1:15/20 [per recuperare quindi un lettore perso sul giornale servono circa 15-20 lettori sul digitale.....a cui aggiungere ulteriori 20 lettori per compensare la riduzione del ricavo da edicola] si prospetta un futuro davvero incerto per le start up in ambito editoriale digitale e la necessità di ulteriori ristrutturazioni.
Sono, forse, conti da ragioniere che in termini di prodotto editoriale, al di là dell’esattezza o dell’approssimazione delle stime, evidenziano la necessità di un intervento che probabilmente è tra i più drastici che l’industria dei media di massa abbia mai affrontato. In una battuta: la segmentazione effettiva dell’utenza.
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