Nella vita tutti quanti possiamo avere momenti in cui ci sentiamo inadeguati, indifesi, angosciati o ci comportiamo in un modo che neanche noi capiamo e che troviamo preoccupante. Andare dallo psicologo o da uno psicoterapeuta è però una decisione spesso presa con riluttanza, quasi con vergogna, anche se cercare un aiuto psicologico non è poi tanto diverso dal rivolgersi a una persona competente per questioni come un guasto alla macchina o la ristrutturazione di un appartamento.
Capire che la macchina ha bisogno del meccanico è a volte abbastanza semplice: se la macchina non mette in moto o fa rumori inaspettati o non ha un’andatura fluida, è automatico pensare che serva un meccanico. Ma come capire che è opportuno chiedere una consulenza a uno psicologo o a uno psicoterapeuta? Quali sono i problemi che dovrebbero spingere ad andare dallo psicologo?
Perché andare dallo psicologo o da uno psicoterapeuta?
In termini generali, l’aiuto di uno psicologo va cercato quando si attraversa un periodo di sofferenza psicologica che col tempo non passa o forse peggiora tanto da creare delle limitazioni, dei veri blocchi, nella vita di ogni giorno, sul lavoro, con i familiari o gli amici.
È opportuno andare dallo psicologo quando:
- il vostro malessere interferisce con le cose che dovreste fare, ad esempio fate fatica a concentrarvi e sul lavoro commettete errori che prima non facevate;
- i problemi non si sono risolti anche se avete chiesto aiuto a familiari e amici;
- consultare il medico o altri specialisti non ha cambiato nulla;
- vi sentite particolarmente preoccupati o molto tristi;
- avete dei comportamenti, delle reazioni o dei pensieri che non riuscite a controllare e che neanche voi vi spiegate;
- evitate situazioni che prima non vi creavano alcun disagio, ad esempio prendere un aereo o cenare fuori casa;
- vi sentite tesi e avete spesso difficoltà a dormire, tachicardia e capogiri;
- per stare meglio ricorrete all’alcool o ad altre droghe;
- state così male da pensare al suicidio.
Alcune persone decidono di andare dallo psicologo o da uno psicoterapeuta perché si sentono troppo spesso o da troppo tempo depresse o ansiose o perché sono sempre arrabbiate. Altre hanno bisogno di un sostegno per affrontare una malattia cronica che li ha ormai svuotati d’energia. Altre ancora sono in difficoltà a causa di un divorzio o un lutto. O non possono fare a meno di picchiare chi amano o, diversamente, non riescono ad allontanarsi da che le maltratta e le umilia giorno dopo giorno.
Perché andare dallo psicologo o da uno psicoterapeuta?
In tutti questi casi andare dallo psicologo e chiedere una consulenza può permettere di fare il punto della situazione, di mettervi un po’ di ordine.
A volte anche pochi incontri riescono a essere d’aiuto, mentre altre situazioni richiedono un percorso di psicoterapia. Rispetto all’andare dallo psicologo, film e telefilm offrono purtroppo descrizioni macchiettistiche, per cui lo psicologo-psicoterapeuta risolve i problemi quasi per magia in un quarto d’ora oppure costringe il paziente a una decina d’anni di trattamento.
La verità sta nel mezzo e, se da un lato è impossibile che un unico incontro sia risolutivo, dall’altro non è affatto necessario che una psicoterapia sia senza fine: in media, una psicoterapia dura più di un anno ma non è infinita.
Il punto è che ci vuole tempo per capire il problema che causa tanta sofferenza e compromette la qualità della vita, per individuarne il significato e per cambiare il modo di reagire alle situazioni e gestire tensioni, infelicità e insicurezze.
Ci vuole tempo perché, sebbene sia un professionista adeguatamente formato che utilizza metodi e tecniche che la ricerca scientifica ha dimostrato efficaci, lo psicoterapeuta non possiede nessuna verità che, rivelata al paziente, possa miracolosamente guarirlo. Il punto è che non ci sono verità buone per tutti quanti, non ci sono scorciatoie.
Mettere a frutto le risorse che si possiedono, trovare nuovi equilibri per soddisfare i propri bisogni, insomma stare meglio è un obiettivo che si raggiunge in due. È un obiettivo che poggia cioè tanto sulla competenza dello psicoterapeuta quanto sulla personalità di chi si rivolge allo psicoterapeuta, le sue modalità di elaborazione, la sua motivazione al cambiamento, ad abbandonare modi di pensare, di fare esperienza e di comportarsi che non sono adeguati.
Rispetto a tutto ciò, lo psicoterapeuta aiuta il paziente ad aiutarsi. È come un giardiniere che ripulisce il terreno dalle erbacce e fornisce acqua, luce e nutrimento alla pianta: se la pianta cresce, dipenderà dalle cure fornite e dal modo in cui la pianta reagisce. E qui finisce l’analogia con l’andare dal meccanico proposta all’inizio, perché lo psicoterapeuta, a differenza del meccanico, non opera semplicemente individuando il guasto e riparando il motore. La psicoterapia non è solo applicazione di una tecnica, ma è anche e soprattutto relazione empatica tra esseri umani.
Photo credit: Roberto Bouza
Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, è responsabile dell’area prevenzione dei comportamenti a rischio in adolescenza per l’associazione PreSaM onlus. Nell’ambito dell’educazione alla salute e della peer education, ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli.
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