Magazine Cinema

Andare oltre i propri limiti

Creato il 27 novembre 2010 da Dylandave

Andare oltre i propri limiti

- Il Mio Nome è Khan – 2010 - ♥♥♥ -

di

Karan Johar

I tre cuori di questo film andrebbero da soli alla straordinaria interpretazione di Shah Rukh Khan, uno degli attori più in voga dell’ universo Bollywoodiano, che con questa sua interpretazione di un personaggio affetto da Sindrome di Asperger non sfigura difronte a ricordi di interpretazione analoghe, come Dustin Hoffman in Rain Man o Tom Hanks in Forrest Gump. I riferimenti a questi due film anche sul piano della sceneggiatura in effetti si sprecano ( anche il nostro Khan eredita dalla madre una frase simbolo sulla vita che però non ha come similitudine i cioccolatini ma suddivide gli uomini in buoni e cattivi) e non lasciano di certo spazio all’ originalità di questo lavoro perfettamente confezionato dall’ industria cinematografica Indiana. Esattamente come in Forrest Gump, infatti, la storia ci è narrata come se fosse un flashback dello stesso protagonista che racconta la sua storia di vita, dal passato in India fino al suo approdo negli USA e il suo amore con Mandira, giovane ragazza madre di origine indiana ma di religione indù. E la sua storia personale non è esente ( come non lo era quella del Forrest di Tom Hanks) dal subire le conseguenze di quelli che sono stati gli avvenimenti socio-politici prima in India e dopo negli USA in conseguenza ai tragici e noti fatti dell’ 11 Settembre 2001. Differente è  il periodo storico, che nel film di Zemeckis erano i Seventies, mentre qui sono il primo decennio degli anni duemila. Ma ovviamente la più sostanziale differenza sta proprio nella costruzione del film. Il mio nome è Khan, seppur girato per gran parte negli States e distribuito ampiamente anche in Occidente, non tradisce per nulla il modo di fare cinema tipicamente Bollywoodiano e tratta quindi avvenimenti attuali e tragici con una leggerezza consona a quello stile cinematografico, tenendo in primo piano la storia d’ amore tra i due protagonisti, le atmosfere da sogno e poco realistiche e la colonna sonora avvolgente che accompagna quasi tutte le sequenze maggiormente coinvolgenti. Ecco allora che la complessità che temi come le ripercussioni nei confronti dei musulmani dopo l’ 11 Settembre o le discriminazioni religiose vengono affrontate con numerosi stereotipi e un eroismo degno di certi film americani di serie B. Sicuramente l’ attenzione a queste complesse tematiche ha fruttato a questo film la selezione della Berlinale come film fuori concorso, ma certo è che se non fosse stato sorretto dalla straordinaria interpretazione di Shah Rukh Khan o dalla fotografia ottimamente costruita il film avrebbe avuto molta meno fortuna in Occidente. A mio avviso è degno di nota anche il repentino cambio di registro  da commedia decisamente leggera a melodramma (forse un pò troppo melò e un pò meno drammatico) che è presente in questo lungo film Indiano. Sicuramente è un film che va positivamente sfruttato per intrattenere un numero maggiormente largo di pubblico, sia quello amante delle commedie d’ amore e dei buoni sentimenti ma anche chi non disdegna la riflessione verso temi sociali e culturali oggi più che mai attuali. Certo è però che dalla riflessione che questo film suscita necessiterebbe in seguito un approfondimento, per non far si che certe tematiche restino solamente discusse in superficie. Ma in questo caso, nell’ epoca nella quale ci troviamo oggi, sarebbe forse molto più difficile riuscire ad intrattenere adeguatamente. Obiettivo d’ intrattenimento che Il mio Nome è Khan riesce a centrare molto bene.

Andare oltre i propri limiti

( Al mondo esistono due tipi di persone: Quelle buone e Quelle cattive)
Andare oltre i propri limiti
( In viaggio verso il Presidente)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :