Andarsene

Tanti anni fa, quando avevo iniziato a scrivere, in redazione c’era una sorta di mio alter ego, che chiamerò Esse: un ragazzo molto simpatico ed estremamente appassionato di musica classica. Accanto alla mia rubrica di musica cosiddetta “moderna” c’erano le sue due colonne dove parlava di musica classica.
La nostra convivenza sulla stessa pagina durò qualche tempo, poi per diversi motivi Esse preferì lasciare e dedicarsi ad altro.

Ho sempre pensato che Esse fosse una persona fuori dal comune, e ne ho avuto la riprova quando anni dopo lo incontrai e mi raccontò un aneddoto.

Laureato in musicologia, per un periodo fu docente universitario.
Abbandonato forzatamente l’insegnamento – mi pare fosse il periodo Gelmini -, scelse uno tra i mestieri più umili: divenne cameriere. Nel tempo libero, però, continuava a coltivare la sua passione (le passioni, in fondo, sono la nostra ragione di vita): arrangiava, componeva, studiava, leggeva e soprattutto creava situazioni; dalle mie parti e in Italia in genere la sua orchestra barocca è praticamente sconosciuta, ma all’estero – funziona sempre così – raccoglie consensi su consensi ed è riconosciuta come di altissimo livello.
Una sera, Esse stava passando tra i tavoli, e mentre chiedeva all’avventore di turno se desiderasse altro, si sentì osservato con due occhi che gli entravano dentro; l’avventore gli disse: «Non creda di passare inosservato: so quello che fa fuori da qui e l’ammiro ancora di più per questo».

Ho ritrovato Esse pochi giorni fa, per strada, prima di entrare in redazione.
Ormai ha lasciato il lavoro da barista.
Si trasferirà all’estero a fine mese, andrà a fare il direttore d’orchestra.
Da un lato è felice, dall’altro ha qualche (comprensibile) ripensamento: l’Italia, la famiglia, gli amici, le abitudini…
In fondo sono piccoli particolari se confrontati alla sua grandissima passione, alla sua ragione di vita.

Si ha un bel dire che lasciare l’Italia è un po’ come fuggire, in questo periodo storico. Ma nel suo caso non credo sia così.
E… sì, un po’ lo invidio.