Magazine Cultura
È ciò che mi accingo a fare.
Una settimana intera in montagna, a contemplare l'erba gialla e le pratoline che, incoscienti, mettono la testa fuori dai prati, sigillo vivente della follia dei nostri tempi.
Ci sono passato oggi per accendere il riscaldamento. C'era un cielo azzurro caramella e un dieci gradi o giù di lì. Dai 1300 metri si vedeva una nube brunastra che avvolgeva il cielo sopra Torino. «E io ero a respirare quella roba...». Le montagne, brune con poche venature di ghiaccio, delimitavano il nostro orizzonte, divenuto invisibile anche in un cielo perfettamente sereno.
Sono ritornato giù di umore peggiore di quello con il quale ero partito. La terra pallida, spaccata, l'erba pallida o verde scura, ombreggiata di galaverna, flebile e senza vita. No, non sarà un vero allontanarsi dalla vita di ogni giorno, ma un modo per ricordarmi costantemente la nostra abissale e idiota superficialità.
È finito da pochi giorni il COP21, che ha partorito un lunghissimo documento che non obbliga nessuno a far nulla di serio, o perlomeno non a farlo velocemente, proprio ciò che servirebbe adesso. I produttori di carbone, i produttori di petrolio, i produttori di automobili e più in generale i produttori di CO2 hanno in loro diritti, quindi. Niente.
Probabile che entro metà gennaio piova o addirittura nevichi. La terra secca avrà bisogno di una pioggia calma, non troppo violenta e la neve dovrà scendere lentamente e rimanere a lungo sulle montagne, per evitare di creare valanghe spettacolari e assassine.
Voi vi aspettate che il clima sarà tanto educato?
Ne riparleremo tra un paio di mesi.
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In montagna cercherò di lavorare al racconto mancato per ALIA. Non parlo del racconto - fortunatamente terminato - destinato al prossimo ALIA ma piuttosto al primo racconto, divenuto un romanzo breve, poi un romanzo non troppo breve poi... Vabbé, cercherò di lavorarci su, anche per un possibile utilizzo per la serie di ALIA che uscirà la prossima primavera. E non sarà facile, lo so.
E già pensare alla prossima primavera mi dà un leggero brivido.
Ma di che cosa preoccuparmi?
Posso sempre fuggire in montagna.
«Sei paranoico, ecco la verità. Poi non hai mai tollerato il caldo».
Vero. Sono paranoico con una certa tendenza alla depressione. E non sopporto tutte le temperature che superano i trenta gradi.
Divento una combinazione tra il Mostro della laguna nera e M, il mostro di Düsseldorf. Buon per voi che i blog non sono interattivi e soprattutto non hanno una rappresentazione virtuale. Un Peter Lorre con una capigliatura di alghe che scende dalla bombetta e pieno di squame verdastre non è una visione adatta a tutti.
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Ovviamente sarò praticamente irraggiungibile. Anche il telefono mi ha piantato in asso, probabilmente fregato dalla pila giunta a fine corsa, e chi mi cercherà dovrà passare attraverso mia moglie. Alla nuova pila - o al nuovo telefono - penserò al mio ritorno.
Tenterò di controllare la posta con il tablet, ma non ci spero troppo. Quanto a FB penso che rimarrò fuori dai giochi, cosa che non posso dire mi dispiaccia davvero. Ovviamente anche LN-LibriNuovi resterà sguarnito, come la pagina di CS_libri. Sopravviverete? Sì, certo, lo so, inutile fare del sarcasmo. Fatto sta che fino al 5 gennaio non leggerete altro che provenga dal mio fienile.
Intanto tutti i miei migliori auguri di un nuovo anno almeno decente. O, magari, di un anno stupendo, che segni un'inversione di tendenza nel clima e nella convivenza.
Non ci spero, ma è bene ripeterlo.
Un grande abbraccio e a presto.