Magazine Diario personale
Ascolta l'Americano con il cappello da cowboy,le infradito logore e il suo slang così particolare con cui cerca di far ridere tutti ripetendo qualche parolaccia siciliana imparata quasi per sbaglio sebbene sia prontamente redarguito dalla moglie con mille etnie racchiuse in un unico viso.
Tutti insieme sono lì, aspettando di poter acquistare un cavolo di biglietto che li porti in mete diverse. Tutti quanti con i loro problemi e i loro sogni buttati dentro le tasche dei pantaloni fra il portafoglio e qualche fazzoletto sporco.
Tutti tranne te,pallida e con gli occhi lucidi nascosti dietro dei grossi occhiali da sole. Tu che volevi salire un altro gradino verso la libertà,tu che hai scelto di fare ciò che nessuno avrebbe mai ipotizzato facessi;tu che eri fermamente convinta della tua scelta e che niente t'avrebbe fatto cambiare idea....ma che,in quel vociare incomprensibile,vedi tentennare e sgretolare,mattone su mattone.<<Deve prendere treno di 13?>>
<<Cosa?>>
Un ragazzo poco più grande ha notato il tuo viso contrito.<<Deve prendere treno di 13?>> ripete sorridendo.
<<Sì,se arrivo a prendere il biglietto...>> rispondi.<<Brutto giorno oggi?>> domanda indicando il libro.<<Sì...>><<Non ti preoccupa,viene,c'è macchina che dà biglietto senza signore dietro.>> cerca di spiegarti indicando il corridoio per il binario 1.
<<E come funziona?>> gli chiedi avendo ormai perso le speranze di saper usare il cervello in maniera logica.
<<Faccio vedere!>> esclama lui indicandoti il percorso.
Lo segui in silenzio scivolando tra la gente che vi guarda per capire cosa ci faccia un'europea color del latte in compagnia di un giovane venditore ambulante proveniente dall'Africa più nera.
Siete dunque lì,davanti al macchinario che ti sembra esser uscito da chissà quale film futuristico,giacchè in questa terra fatta di fichi d'india,pregiudizi e poteri mal distribuiti non è facile vedere delle innovazioni tecnologiche che potrebbero facilitare la vita e i viaggi.
<<Dove andare?>> domanda.
<<Qui....>> gli indichi il percorso
<<Io lavoro lì,vendo tanta roba a turista su spiaggia.>>confessa il ragazzo mentre digita il numero di biglietti necessari.
<<Mette moneta.>> continua indicando la fessura per i soldi.
Infili l'importo stringendo ancora quel mattone che ti porti dietro.
<<Ecco qui biglietto. Ora meglio?>>
<<Sì,grazie,almeno torno a casa in orario.>> sospiri.
<<Tu studia?>><<Sì.>>
<<Cosa?>>
<<Chimica.>>
<<Chimica? Cosa che fa BOOM?>>
<<Ehehe,sì,una specie...>>
<<Studio fatto male oggi?>>
<<Così...cioè,ho studiato ma il prof ha pensato che dovessimo ricominciare tutti da capo e così perderemo altro tempo.>>
<<Studio è importante apre porte a mondo. Tu non ti preoccupa,uno,due,tre giorni...uno,due,tre mesi...importante è studio. Tu capisci? Allora mondo si apre. Tu non capisce? Studia di più. Studio è...come si dice....chiave,eh,chiave per lavoro.>>
<<Ehhhh,ma qui dipende anche dall'insegnante che mi dice se secondo lui ho studiato o no.>>
<<Insegnante dice no? E tu non piange,sorridi e dici "ok io studio più più".>>
E' in momenti del genere che la vita ti dona piccole lezioni.Lui ha la mia età o poco più;potrebbe essersi laureato nel suo paese d'origine ma,pur di mantenere economicamente la famiglia,ha scelto di venire qui a vendere della mercanzia in posti pieni di persone il cui unico pensiero è crogiolarsi al sole. Oppure voleva studiare per diventare un medico o un ingegnere....e non ha potuto o potrebbe averci provato ma gli e l'han impedito. Ci sarebbero milioni di possibilità sulla sua scelta di vita,eppure riesce a sorridere a delle avversità ben peggiori di un esame spostato,un corso di laurea soppresso causa leggi Gelmini ancora in vigore e compagnia bella.
Lui non si piange addosso per quello che accade oggi,anzi,cerca di esser felice per ciò che accadrà domani.
Quindi perchè non dovrei farlo anche io? Finalmente ho scelto in maniera autonoma il mio percorso di vita. Certo,magari all'inizio l'ho preso sottogamba pensando che il sistema non fosse poi così diverso da quello da cui provenivo...certo è che ho dovuto sudare più degli altri (perdendo tempo prezioso) per mettermi in pari poichè non avevo alcuna preparazione in materia grazie ad un liceo in cui gli argomenti scientifici,sostanzialmente,erano un optional.
E' anche vero che son stata pure un poco sfigata beccando prima una tipologia di professore che è bene non trovare e poi un altro più "normale" ma con metodologie totalmente a gli antipodi rispetto il primo e per le quali ormai eravamo assuefatti.
Sarà pur vero che mi son ammalata a causa di queste difficoltà e ho più volte perso tempo per riprendermi psicologicamente.
Sarà pur vero tutto ciò o forse no,ma io finalmente sto facendo ciò che più mi piace e non posso fermarmi adesso;non ora che ho capito il perchè tali argomenti solleticassero la mia curiosità,non ora che riesco a fare e capire cose che,ai tempi dell'adolescenza e del "posso spaccare il mondo",avrei paragonato al linguaggio alieno.
Se lui,pur essendo a chilometri e chilometri dal suo "mondo",riesce a far buon viso a cattivo gioco....perchè non dovrei farlo anche io?
Non posso darla vinta a chi reputa la vita un giochetto;non posso darla vinta a chi vuole giudicare le scelte altrui. Perderò tempo? Ma lo farò a modo mio,con i miei metodi e i miei spazi senza far crollare la mia torre fatta di un unico linguaggio con qualche goccia di incomprensione.
<<Perchè m'hai aiutata?>> gli domandai infine.
<<In mio paese dicono che se persona triste ti sorride hai bella giornata.>>
<<Come posso ripagarti?>><<No no,tu non paga. Tu studia e sorride e tutto è ok.>>.Ci salutammo lì,prendendo ognuno il nostro treno che ci avrebbe portato via da quella Babele infernale per immergerci in una nuova costruzione fatta di speranze non più abbandonate vicino al macchinario del binario 1.
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