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Andiamo “A caccia dell’orso”?: un grande classico imperdibile

Da Iladev @IlariaDeVita

L’asilo della biondina quasi quattrenne che frequento tutti i pomeriggi è tra i pochi a Roma (almeno quelli con cui ho avuto a che fare direttamente e indirettamente, non generalizziamo) a promuovere il piacere dei bei libri di qualità fin da piccoli. Ok questo si abbina come controparte alla pretesa di un integralismo anti-PeppaPig difficilmente praticabile per i piccoli drogati della famigliola suina con le sue sguazzate nel fango e le rassicuranti risate a fine puntata. I bambini ne sono dipendenti come lo ero io da Lost e  togliere loro l’appuntamento quotidiano sarebbe una “cattiveria” inutile. Ma vabbè non si può avere tutto.

Tra le proposte della piccola libreria rudimentale allestita fuori dall’asilo che ogni tanto io e la piccoletta ci sediamo a leggere prima di tornare a casa, una piacevole scoperta per lei e riscoperta per me in questi giorni è stato “A caccia dell’orso”. Scritto da Michael Rosen ed illustrato da Helen Oxembury. Un libro strepitoso!

A caccia dell'orso

C’è una famiglia composta da un giovane papà, quattro bambini di varie età ed un cane che si mette in movimento tutta contenta per affrontare una gita a caccia di un orso. “A caccia dell’orso andiamo. Di un orso grande e grosso. Ma che bella giornata! Paura non abbiamo” ripetono tutti in coro più volte con grande allegria e sicurezza. La filastrocca si ripete costantemente in tutto in libro e spinge e bambini a ripeterla, a cantarla, a battere le mani entusiasti.

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Per arrivare dall’orso la famigliola deve affrontare tutta una serie di ostacoli ma lo fa con determinazione ed entusiasmo senza perdersi d’animo. Erba alta e frusciante (svish svush), un fiume alto e freddo (splash splosh), una distesa di fango e melma (squelch squalch), un temporale (squish squosh), un bosco fitto (scric scroc), una tempesta di neve fischiante (fiuuuuu fiuuuu). Niente li spaventa o li fa desistere dal proposito. “Oh oh! Un campo! Un campo di erba frusciante! Non si può passare sopra. Non si può passare sotto.” “Oh no! Ci dobbiam passare in mezzo!”.

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Dopo varie peripezie l’allegro gruppetto arriva finalmente alla grotta all’interno della quale si trova l’orso. Quando si trovano faccia a faccia con il grosso animale sono però spaventatissimi. Allora  scappano via ripercorrendo a gran velocità tutto il percorso al contrario fino ad entrare dentro casa, chiudere l’orso fuori dalla porta ed infilarsi sotto ad un rassicuramente piumone rosa. E a quel punto tutti insieme esclamano  “A caccia dell’orso non andiamo più!”.

Emozionante, avvincente, ricco di tensione e paura (di quella positiva che attrae) è un’avventura dinamica che tiene i bambini incollati alla storia e li riempie di stupore (“come si fa a non avere paura dell’orso?? Io avrei paura!!”mi ha detto più volte la quasi quattrenne durante la lettura). Perfetto per essere letto ad alta voce perché pieno di onomatopeiche, di suoni e stati d’animo dei personaggi da riprodurre con varie tonalità. Un’ottimo libro per divertirsi in gruppo ed imparare ad affrontare le paure.

Un classico della letteratura per l’infanzia uscito negli anni ’60 e ripubblicato recentemente da Mondadori. Per me va dritto tra gli imperdibili. Voi che dite?


Archiviato in:libri per mini lettori Tagged: A caccia dell'orso, albo illustrato, Helen Oxembury, lettura ad alta voce, Michael Rosen, Mondadori


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