Ficarra e Picone tornano in Sicilia e realizzano una commedia matura, giocosa, ma dalla comicità innocua. Il duo isolano muove la critica sociale nei confronti del malcostume italiano, tuttavia non raccoglie il bottino pieno a causa della costante volontà di ripetere se stessi, preferendo l’accatastamento di gag ripetitive piuttosto che uno sviluppo narrativo prettamente cinematografico.
I disoccupati Valentino e Salvo lasciano Palermo per il paese dove Valentino è cresciuto. Qui l’età matura degli abitanti ispira Salvo, che accoglie in casa famigliari con cospicue pensioni. Mantenuti in vita da una dieta ferrea, gli anziani accordano il ritiro della pensione a Salvo e Valentino, ma una disgrazia incombe: i senili abitanti cominciano a trapassare uno dopo l’altro. Gettato nello sconforto, Salvo prova a risollevare la situazione e cerca di convincere Valentino a sposare la zia Lucia per assicurarsi la pensione d’oro per il resto della vita.
Purtroppo si ha la perenne impressione che le commedie di Ficarra e Picone si ripetano pedissequamente. Difatti Salvo e Valentino, pur mossi da lodevoli intenzioni, si ripropongono all’infinito e mascherano eccessivamente la pungente critica e satira sociale. Andiamo a quel paese, pellicola che permette ai due attori di ritornare nell’amata Sicilia, è il quarto (lampante) esempio del loro cinema innocuo e debolmente approfondito e permette di comprendere più a fondo l’approccio dei due registi/interpreti. Infatti la critica sociale (principalmente sviluppata in Sicilia), che spesso ha caratterizzato le pellicole precedenti (a parte Anche se è amore non si vede, decisamente il più debole), qui trova libero sfogo perché legata a doppio filo con la situazione economica attuale. La mancanza di alternative, di lavoro e la sicurezza della pensione delle generazioni anziane, sono temi che vengono toccati, sviscerati e debitamente ammorbiditi perché osservati attraverso l’informe specchio della comicità. Tuttavia è proprio l’ironia di Ficarra e Picone a non convincere, a cui si aggiunge la caratterizzazione dei due protagonisti, progressivamente mimetica e figlia dei personaggi già presenti in televisione.
Pellicola “paesana” e potenzialmente innocua, nella quale domina il malcostume istituzionale, politico e sentimentale (le anziane del paesino siciliano sono pronte a svendere il proprio “amore” al miglior offerente), Andiamo a quel paese è sicuramente il prodotto più maturo dei due registi e decisamente quello che ostenta delle trovate comiche interessanti. Tutto ciò però non basta per permettere al film di divenire il punto di partenza cinematografico dei due attori, probabilmente perché manca l’interesse di costruire un contesto credibile e coinvolgente. Solo quando Ficarra e Picone abbandoneranno le loro riconoscibili maschere potremo commentare una pellicola (finalmente) diversa.
Uscita al cinema: 6 novembre 2014
Voto: **1/2