
L’INTERVISTA Come nasce l’idea di realizzare “Ridere e vivere”? Alle origini il pezzo mi fu proposto da Gianfranco Damiani il quale aveva come desiderio fare un pezzo alla Vasco e farlo ascoltare al rocker, così grazie all’aiuto di Fabio Bavastro (mio bassista) che scrisse la musica, ne uscì una prima versione più ridotta, solo chitarra e voce, che registrammo a casa di Fabio e mettemmo su you tube, così per gioco, ma l’orecchiabilità del pezzo e le sue semplici parole ebbero un grande successo, e così decidemmo di proporlo con la mia band, e devo dire che anche se non era quello attuale la gente rimaneva appagata. Quanto ha pesato l’incontro con Max Campioni al fine di dare seguito pratico ad un progetto che poteva sembrare ambizioso? Sicuramente molto, io in realtà non ho mai avuto nessuno che mi ha preso a braccetto come ha fatto lui… probabilmente ha colto in me qualche potenzialità che esula dall’imitazione di Vasco. Mi ha dato davvero una mano, ma in realtà tutti gli autori e creatori del pezzo hanno fatto la stessa cosa, io l’ho solo cantato, ma è già una gran bella soddisfazione! Il brano è di chiaro stampo “Vasco”… quello è il tuo amore primario e non va rinnegato, ma mi pare di vedere un forte tentativo di personalizzare il tuo “prodotto”, senza rinunciare al tuo DNA. Mi sbaglio? Forse non potrei fare altro, da 15 anni a questa parte faccio solo questo; non ho una gran bella voce, e a volte stono anche un po’, diciamo che quello che credo di saper fare meglio quando canto, nei concerti, è interpretare ed emozionare, soprattutto se mi ritrovo dentro a quello che canto, e in questo brano sinceramente credo che ci ritroviamo un po’ tutti, ed è per questo che ci credo, potrebbe essere l’inizio di un qualcosa, chi lo sa! Alla fine dei tuoi live con il Tropico del Blasco proponi “Ridere e vivere”: come reagisce il pubblico ad un brano che non conosce? In realtà quest’ultima versione non l’abbiamo ancora proposta, ma come dicevo precedentemente mi pare che il brano piaccia! Che tipo di promozione hai ideato? Hai pensato a qualche azione importante, sulla rete e live? Diciamo che per ora lo sto facendo girare nei social network come face book, e sto promuovendo anche il video nei gruppi dove sono amministratore; la prima apparizione live del brano sarà giovedì 18 luglio ad Arenzano, durante una serata benefica a favore della “banca degli occhi”. Pubblicizzare un brano è a mio giudizio più complicato rispetto ad un intero album. Hai fatto un pensierino all’incremento dei pezzi, sino ad arrivare al disco completo? Si il pensierino c’e’ e già, e con Max presto ci vogliamo mettere al lavoro per la prossima canzone! Eravamo nello stesso luogo quando, a seguito di alcune mie domande, Maurizio Solieri fornì il suo pensiero critico sulle cover band, e ciò provocò un pò di malumore. Non è che quel giudizio ti ha in qualche modo stimolato a trovare una strada tua, quella della creazione propria? Diciamo che nella musica ognuno fa un po’ ciò che gli pare e che più’ lo soddisfa; io quando sono sul palco con la mia band e faccio il tributo a Vasco ho un adrenalina pazzesca e vedere che il pubblico canta le canzoni con te, sta a significare che anche loro stanno provando sentimenti ed emozioni che stai provando tu, o meglio che ci fa provare lui, sta proprio qui la chiave di lettura. Diciamo che cover e tributi non stanno inventando nulla di nuovo, si muovono sulle impronte di qualcuno che ha già fatto. E’ Difficile fare pezzi propri e ancora più difficile venderli e farli piacere, però è sicuro che se un giorno qualcuno ti nota, e il tuo pezzo piace e diventi famoso, la soddisfazione non ha prezzo. Che bello sognare!