Lui è quello di Andrea in Thailandia… e che Thailandia!
Scoperto per caso dal blogroll di un altro italiano girovago, e proprio mentre mi trovavo in Thailandia ad aprire questo blog, il nome mi aveva incuriosito: andiamo un po’ a leggere cosa fa questo Andrea qui nella terra dei sorrisi. Ho scoperto così i racconti di vita quotidiana di un espatriato italiano a Bangkok, che leggo avidamente perchè, quando scrive, mi sembra di essere là con lui (e dopo mesi di Oman, ne avrei bisogno!). Poichè mi piace molto mettere il naso nelle vite di chi, come me, ha scelto di espatriare – per capire da dov’è partito e perchè – gli ho chiesto di raccontarsi.
Eccolo!
“e mo’…da dove parto?”
Chi l’ha detto che le vie di internet sono infinite? Gira che ti rigira nell’immenso mondo della rete ci si conosce tutti; prima o poi ci si incontra, virtualmente o per davvero. Oramai un anno fa uno splendido sorriso attirò la mia curiosità sul un blog dal nome altrettanto accattivante: Too Happy To Be Homesick. Non parlo del bellissimo sorriso di Elizabeth, quello conto di vederlo dal vivo molto presto (ogni promessa è un debito N.d.R.), ma quello di una dolce Lady Boy protagonista del racconto di una serata a Koh Chang – Thailandia.
Da allora io e Elizabeth abbiamo iniziato a frequentarci, prima attraverso i nostri diari semiseri e poi via Twitter, scoprendo d’essere accomunati da diverse cose ma soprattutto da un pizzico di follia e una vita lontana dal paese dove abbiamo trascorso le nostre infanzie.
Forse le analogie finiscono qui perché lei è molto brava a dare consigli mentre io sono un gran pasticcione e chiacchierone e, più che dare consigli, racconto il mio quotidiano dal quale ciascuno può trarre le proprie conclusioni. Immaginatevi la sorpresa quando mi è stato chiesto di raccontarmi qui… “e mo’…da dove parto?”
Io sono partito dalla mia bella Perugia nell’oramai lontano 1998. Trasferirmi a meno di 200 km di distanza ai miei genitori sembrò un’infinità. A quell’epoca fu la scelta naturale di un neolaureato che vuole trovare la sua via. Una laurea in Medicina Veterinaria e tanta voglia di indipendenza era quello che avevo in valigia! Quando 10 anni dopo lasciai Roma per muovere la mia vita a oltre 8000 km dall’Italia non fu solo la distanza a sconvolgere ma il fatto che stessi abbandonando tutto per inseguire un sogno.
“e mo’…da dove parto?”
Sono partito dai dubbi: se non ne avessimo quando prendiamo una decisione importante come dare una svolta radicale alla nostra vita probabilmente vorrebbe dire che non abbiamo ben valutato i pro e contro di un passo tanto importante. Non si deve partire per fuggire: questo mi ripetevo ogni mattina nelle settimane che hanno preceduto la partenza. E facevo la lista di tutto ciò che lasciavo partendo, di tutto ciò che volevo dalla nuova vita e delle difficoltà che avrei incontrato. Avere dubbi deve darci la preparazione psicologica per affrontare gli ostacoli che si potrebbero incontrare.
“e mo’…da dove parto?”
Sono partito rimboccandomi le maniche: non ho avuto paura di rimettermi a studiare – l’inglese in primo luogo visto che (non me ne voglia Elizabeth Sunday) l’insegnamento di questa lingua nel nostro paese lascia molto a desiderare. E così, grazie alla Wall Street English ho ottenuto un visto come studente, un lavoro part time e la possibilità di conoscere gente nuova. Ho accantonato per un po’ la voglia di vacanza che ti prende quando sei in un posto nuovo e ho lavorato e studiato 7 giorni su 7 fino a più di 10 ore al giorno. Avere un obiettivo preciso fa sentire meno la stanchezza.
“e mo’…da dove parto?”
Sono partito dal volermi riappropriare del mio sorriso! Cambiare vita deve essere una gioia nonostante la difficoltà del distacco. Uscire dalla propria “comfort zone” non è mai facile e chiudersi in se stessi può diventare una difesa. Il rischio è quello di voler fare marcia indietro e di sentire d’aver fallito. È a questo punto che deve venir fuori la solarità dell’italiano: io mi sono imposto di iniziare la giornata con piccole gratificazioni personali ogni giorno, che sia un caffè italiano o 10 minuti di passeggiata in un parco non ha importanza: la mia vita la voglio gestire io! E se davvero la gestisco io non posso che sorridere a quello che il nuovo giorno mi riserverà.
“e mo’…da dove parto?”
Sono partito senza vergognarmi anche se non è facile, arrivati ad una certa età, ammettere che si possa dover ancora contare sull’aiuto degli altri. Ho letteralmente consegnato il mio Curriculum a moltissime aziende e risposto a decine di annunci perché determinato a rimanere in Thailandia una volta scaduto il visto per studio. E quando pensavo d’aver raggiunto lo scopo non mi sono vergognato di rifiutare un’offerta consapevole di meritare di più. Oggi? Non mi vergogno si dire che faccio qualcosa che non ha nulla a che vedere con la medicina.
“e mo’…da dove parto?”
Sono partito dalle mie passioni Ne ho sempre avute tante e ho sempre messo tutta l’anima in quello che ho fatto: che si trattasse di insegnare a preparare il tiramisù a studenti tailandesi convinti si trattasse di un dolce giapponese o di imparare a scrivere il mio nome scegliendo fra le 44 consonanti e le 28 forme vocaliche non aveva importanza. Proprio grazie alla passione per i viaggi ho scoperto Agoda, l’azienda per cui attualmente lavoro. Ed è stato grazie al fatto che durante il colloquio di lavoro sia emersa la mia voglia di voler imparare qualcosa di nuovo ogni giorno che sono stato assunto.
“e mo’…da dove parto?”
Parto ogni giorno dalla consapevolezza che è bello vivere l’oggi lasciando che il domani sia un nuovo oggi prima di preoccuparmi di quel che sarà. Non che sia facile, ben inteso!
Ma soprattutto, parto consapevole che non sono ancora arrivato.