Andrea Morassi in esclusiva: “Siamo una grande squadra!”

Creato il 29 novembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Venerdì scorso abbiamo assistito ad una pagina storica del salto con gli sci italiano: nella gara a squadre miste, infatti, il team azzurro è arrivato al terzo posto. Uno degli artefici del successo è Andrea Morassi. 24 anni, residente a Ravascletto, è stato l’ultimo italiano a conquistare, al maschile, un podio in Coppa del Mondo, il 28 gennaio 2007 sul trampolino grande di Oberstdorf, in Germania. Abile in particolar modo nella fase di volo, in esclusiva per Olimpiazzurra ci racconta del suo passato e del suo futuro, soffermandosi anche sul recente inizio di stagione.

Andrea, partiamo dalla scorsa stagione invernale. Come la valuti?

“Sono molto contento di come era cominciata la stagione scorsa, la mia forma era la migliore di sempre ed in maniera stabile. Purtroppo proprio prima della tournèe dei 4 trampolini ho cercato qualcosa di più cambiando dei materiali, che poi mi hanno fatto perdere quanto di buono avevo creato nell’arco dei mesi estivi. Un errore che non ripeterò in futuro. La stagione comunque è stata positiva, ai mondiali di volo mi sono fatto valere pur con condizioni sfavorevoli e in ogni caso mi sono trovato più volte a lottare coi migliori e questo mi ha dato una bella soddisfazione”

Tra le altre cose, hai stabilito il nuovo record italiano. Cosa si prova a stare in aria per 7’’ e cosa significa per te questo primato?

“Stare in aria per tutto quel tempo è meraviglioso, sicuramente meglio di come lo si possa immaginare. Stabilire dei record dà una grande adrenalina, di certo però sono molto più importanti (per me) i record personali che quello italiano, anche se non nego che sia bello possederlo!”

Guardando al futuro, cosa ti aspetti dalla nuova annata?

“Mi aspetto una grande maturazione a livello mentale, ho lavorato parecchio quest’anno sotto questo aspetto e spero di cogliere qualche frutto. Non saprei di preciso quali risultati aspettarmi in questa stagione, spero solo che saranno i migliori di sempre”

Durante l’estate hai lavorato su alcuni aspetti particolari della tua tecnica?

“Durante l’estate ho speso parecchio tempo ad adattarmi alle nuove attrezzature e spero ancora di trovare un po’ di continuità nei miei salti di allenamento, così da avere più possibilità di fare bene in gara”

Cosa credi ti manchi per un ulteriore salto di qualità?

“Credo mi manchi soprattutto sicurezza nei miei mezzi in certe situazioni ed un po’ di spontaneità, ovvero, spesso si pensa troppo a quello che si deve e non si deve fare e si finisce così a controllare troppo il salto e a non goderselo come si dovrebbe fare sempre. Questo lo percepisco come un vero e proprio problema che vorrei risolvere.”

Intanto è iniziata la nuova stagione. Cosa puoi raccontare di questo primo settimana, condito dalla splendida prestazione del team nella gara a squadre mista?

“Abbiamo la consapevolezza di aver realizzato un capolavoro, nel momento migliore in cui potessimo farlo, di esserci riusciti senza nemmeno averci fatto un minimo pensiero prima di venerdì, con un’unione che penso pochissime squadre possano vantare sia a livello sportivo sia al di fuori e di aver dimostrato a tutti ma soprattutto a noi stessi che abbiamo possibilità non da poco.
Spero che da venerdì sera, a tutta la squadra, rimanga impresso molto più a fondo il come abbiamo raggiunto il risultato, non il risultato in sè, perchè quello va in bacheca e lì deve rimanere, mentre il modo grazie al quale ci siamo arrivati ci servirà sempre, in ogni gara che sia a squadre o individuale.

Per quanto riguarda le gare individuali sapevo di non essere ancora al top ma pensavo di riuscire a fare qualcosa di meglio. Ci sto lavorando su con serenità sapendo che gli appuntamenti che contano devono ancora arrivare”

Durante l’estate sono cambiati i regolamenti tecnici, credi che influiranno sulle prestazioni?

“A mio modo di vedere da quest’anno non ci saranno più grandi differenze di prestazione da un saltatore all’altro grazie ai nuovi materiali, le gare saranno quindi più tese e più dure sotto l’aspetto mentale, ma credo sia un bene, dopo tutto. Di certo con queste tute il rendimento in volo è al minimo e la perfezione tecnica e l’equilibrio sono diventati determinanti più che mai per ottenere buone misure. Da questo però ne consegue che anche il vento farà ancora di più la differenza e questo potrà portare anche dei rischi. Speriamo che le giurie ne tengano conto!”

Sempre in termini di regolamento, negli ultimi anni la FIS ha provato a rendere uguali per tutti le condizioni con F-Value e coefficienti di compensazione. Cosa pensi te al riguardo?

“Penso che i tentativi siano buoni, ovviamente è sempre molto difficile valutare un coefficiente in base alla stanga di partenza o all’influenza del vento, ma credo che dall’entrata in vigore di questi nuovi regolamenti le gare siano più regolari per noi saltatori, anche se ammetto che per uno che guarda da fuori e non conosce le regole possa essere un problema capirne qualcosa”

Quali sono i sacrifici che deve un saltatore, a partire dalla tavola?

“I sacrifici di un saltatore partono proprio dalla tavola: credo che in tanti pensino che sia uno dei sacrifici più grandi tenersi a dieta per buona parte dell’anno come facciamo noi. Altri sacrifici per me non ce ne sono, perchè abbiamo la fortuna di fare quello che ci piace e di far parte di un mondo bellissimo e soprattutto pulito dal doping, il resto non conta.”

Cosa si potrebbe fare per aumentare il numero dei praticanti italiani?

“Prima di tutto bisognerebbe ritrovare i centri sportivi che portavano molti ragazzini a cominciare a saltare che negli ultimi anni sono andati persi ormai. In Val di Fiemme il numero di bambini che ci prova è bassissimo, figuriamoci di quelli che continuano, così come a Tarvisio ed Asiago. A Ravascletto, dove sono cresciuto io, non ci sono più stati saltatori dopo di me e i miei ex compagni purtroppo. Bisognerebbe prima riavviare i motori da lì e poi espandersi nei paesi vicini, ma credo sia quasi impossibile portare il salto nelle grandi città. L’unica possibilità poteva essere Torino ma purtroppo lo stadio ora è chiuso da tempo e nessuno può sfruttare quel magnifico centro”

C’è un obiettivo a lungo termine che speri di portare a compimento?

“Si ne ho alcuni che ormai da anni mi porto dentro, preferisco tenerli per me ed in caso li raggiunga allora li rivelerò. Intanto posso dire che spero che la mia carriera sia ancora lunga e piena di soddisfazioni!”

Come hai iniziato a saltare?

“A 8 anni ho avuto la fortuna di conoscere Leonardo De Crignis, un ex saltatore in pensione, che voleva riportare il salto nel mio paese dopo tanti anni. Io ed i miei fratelli abbiamo subito accettato di provare e anche se a me non è piaciuto subito, sono ancora qui a divertirmi”

Oltre al salto, hai altri interessi?

“Oltre a tutto quello che riguarda lo sci e lo snowboard, sono un grande patito di motori, specialmente di auto e non nego che mi piacerebbe un giorno provare a fare una gara di rally, a basso livello ovviamente”

gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Foto: REUTERS

OA | Gianluca Santo

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