Andrea Raspati, professione pescatore

Creato il 23 marzo 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

Per anni Andrea Raspati, nato nell’86 a Castiglione del Lago, nel Perugino, ha cercato lavoro.

Stufo di impieghi precari non ha mollato né l’Umbria, né l’Italia. Ha, al contrario, cercato nei pressi di casa. E ha trovato qualcosa.

“Ho pensato – spiega – che il Lago mi avrebbe dato una mano. E così è stato. Ho provato e ci sono riuscito. Oggi faccio il pescatore. Certo, non è facile e non ti fa arricchire. E se ti piace dormire, non puoi farlo. Però, mi dà il giusto per vivere in modo dignitoso. Non solo. Alzandomi prestissimo, ho la possibilità di gustarmi l’alba. Le assicuro che è uno spettacolo  stupendo, come bellissimo è vivere immersi nel silenzio del lago. E pensare che ho studiato come geometra. Due anni di apprendistato come elettricista e pochi mesi da vetraio. Ma mi sono accorto subito che il lavoro da dipendente non fa per me. Dopo anni di incertezza mi sono dato al lago. Mio nonno materno era pescatore. Quindi forse il lago è nel mio Dna. Con l’aiuto di mio padre ho acquistato una barca a motore e delle reti. Un altro amico pescatore mi ha rivelato i segreti di questo mestiere.  Ho lasciato perdere per sempre infissi, cavi elettrici e mi sono buttato con passione in questo lavoro, che richiede parecchia pazienza e costanza. Avrò dato un dispiacere a mio nonno, che voleva un nipote ginecologo, ma che importa? Sono felice. Vivo alla giornata, libero.  In estate comincio a lavorare alle 4. Il mio umore dipende da quanto pesco in una giornata. Ma non mi sento condizionato e faccio quello che mi piace.  Un aspetto un po’ scocciante è sbrogliare le reti, ma ogni lavoro ha i suoi lati poco piacevoli. In più la sera non posso fare tardi. Vado a letto tra le 10 e le 11. Quando sono in barca mi sento come un gabbiano che vola o un pesce che nuota. La mia barca è a sponda bassa. Quando l’acqua mi tocca è come se facessi un’esperienza mistica.Lo stato del Trasimeno è buono. Quindi si può pescare e vendere quantità discrete di pesce. Parlo di tinche, carpe, persico trota e reale, latterino, anguille, pesci gatto, lucci e il carassio, che ha infestato il lago. Il pesce viene conferito alla cooperativa pescatori del Trasimeno. Cos’altro dire? Che sono entusiasta della scelta che ho fatto. Senza lasciare il mio Paese. Mi sento fortunato, se penso ai tanti che cercano un’attività per anni e non riescono a trovare niente. In futuro?  Non ho una compagna al momento. Quindi i progetti per il futuro non sono tanto chiari. Mi auguro solo che più in là ci sia la possibilità di dedicarmi alla musica. Altra mia grande passione”.

                                                                                                                           Cinzia Ficco


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