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Andrea Tarella, illustratore spontaneo.

Creato il 08 gennaio 2016 da Harimag

Andrea Tarella disegna, illustra e ama Milano per le mille opportunità ispirative che regala. Inizia con schizzi per libri d'infanzia per poi trovare la sua strada nell'illustrazione per la moda. Il suo debutto nel mondo del fashion lo deve al grande Elio Fiorucci che lo volle a suo fianco durante una Vogue Fashion Night Out. Da lì, è un continuo di collaborazioni, con innumerevoli pubblicazioni in giro per il mondo grazie soprattutto a Prada. Vorace di film e di musica, Andrea riporta ciò che lo emoziona e lo colpisce nei suoi disegni e reputa ogni suo lavoro come frutto della sua spontaneità. Amante degli animali, il suo primo disegno non poteva che essere un tucano e sua compagna di vita e di lavoro è la sua amata iguana Vivienne. Dallo scorso novembre, le illustrazioni firmate Tarella sono protagoniste alla mostra "Il vocabolario della moda italiana", ospitata a La Triennale di Milano e noi di Harimag abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per conoscere a fondo la sua arte.

Andrea Tarella, illustratore spontaneo.

Se si digita Andrea Tarella su google tra le prime foto che si presenta c’è quella con l’iguana, immagine che si può trovare anche sui tuoi profili personali, come mai? C’è un legame particolare con questo animale?

Lei è la mia iguana, Vivienne. L’ho adottata quattro anni fa, doveva essere una cosa temporanea ma alla fine è entrata a far parte della famiglia. Mi sono sempre piaciuti gli animali e ho una predilezione per rettili, anfibi e uccelli. In particolare, lei è la mia silenziosa compagna durante le ore in cui disegno.

Inizi la carriera con libri per bambini, come nasce l’illustrazione rivolta a loro? Scelta di colori, personaggi, il disegno in sé…

Ho illustrato perlopiù libri didattici rivolti ai bambini; in particolare, ho curato le illustrazioni di una collana sperimentale di libri per bambini sordomuti. I disegni erano tanti, ma dovevano essere molto chiari, semplici e riconducibili ad una storia comune che è stata suddivisa in più volumi. In generale, quando mi trovo a disegnare per i bambini, utilizzo un tratto molto semplice cercando di caratterizzare i personaggi con un colore o un tratto distintivo particolare, in modo da renderli accattivanti e riconoscibili.

Ricordi ancora la tua prima illustrazione? Che fine ha fatto?

Avevo tre anni, all’asilo la maestra chiese di disegnare il nostro animale preferito, Io disegnai un tucano. Mio nonno incorniciò i miei primi disegni, credo che siano sepolti da qualche parte in soffitta.

Tra le prime collaborazioni professionali c’è quella con Love Therapy by Elio Fiorucci, come è iniziata questa esperienza?

Un mio caro amico lavorava da anni nel negozio di Love Therapy in San Babila, per un suo compleanno gli regalai delle rose fatte di carta crespa. Lo stesso giorno mi chiamarono dall’ufficio commissionandomene 500 per un evento stampa. Qualche mese dopo, in occasione della Vogue Fashion Night Out cercavano qualche idea per l’allestimento del negozio, mi proposi per la realizzazione di illustrazioni da regalare ai clienti durante la serata. Fu una bellissima serata, disegnai ininterrottamente per 6 ore filate con Elio Fiorucci al mio fianco.

Per un illustratore, quanto è importante comprendere e far propria la filosofia aziendale per la realizzazione dei progetti commissionati?

Per quel che mi riguarda, più un progetto, piccolo o grande che sia, è articolato e ha un immaginario ben strutturato alla propria base, più mi è semplice estrarre gli elementi necessari al mio lavoro. Solitamente, se un’azienda ha una filosofia chiara e segue una direzione precisa anche i progetti che mi vengono commissionati sono ricchi di spunti e stimolanti.

Andrea Tarella, illustratore spontaneo.

Andrea Tarella for Acqua di Stresa

Dopo Fiorucci, passi prima da Prada, poi da Lardini, Trussardi e Triumph. Cosa permette queste continue importanti collaborazioni? Come si raggiungono questi livelli?

Milano è una città che permette di conoscere e farsi conoscere. Non nego che c’è stata una buona parte di fortuna all’inizio, a cui poi ho fatto seguire tanto impegno e dedizione. Mi piace mettermi in discussione e lavorare su cose diverse, adattare il mio modo di disegnare in base a ciò che mi viene richiesto senza pormi limiti. Non sempre è andata bene, ma anche gli insuccessi servono a migliorarmi  ed a crescere.

La “tua mano” si trova anche su colossi redazionali come Grazia.it, L’Officiel Hommes Italia e Lola Magazine, rivista moda brasiliana. Quanto cambia l’approccio creativo da una nazione ad un’altra?

Non è tanto la nazionalità che fa la differenza, quanto la libertà creativa che mi hanno dato. Tutti e tre i nomi che hai citato mi hanno dato massima libertà di espressione, indirizzandomi solo sullo stile da adottare, senza chiedere correzioni o variazioni sul risultato finale. Sono casi rari, ma quando succede mi sento particolarmente apprezzato.

Sarai protagonista alla triennale di Milano durante la mostra “Il nuovo vocabolario della moda italiana”. Cosa porti di te?

Ho scelto di portare le illustrazioni che ho fatto in questi anni le Fashion week. Ero molto indeciso ma, alla fine, vedendo tutti questi disegni insieme, ho pensato che potessero ben rappresentare me, il mio mondo e il mio percorso stilistico.

Andrea Tarella, illustratore spontaneo.

Andrea Tarella for Lardini

Tre termini chiave per descrivere il tuo lavoro.

   Impreciso, spontaneo, semplice.

La collaborazione che ti è più piaciuta?

Sono tutte molto diverse e sono affezionato a ciascuna per motivi differenti. Credo, però, che non dimenticherò mai l’emozione di vedere le illustrazioni fatte per Prada uscire su una moltitudine di giornali in giro per il mondo.

Andrea Tarella, illustratore spontaneo.

Andrea Tarella for Prada

Forte creatività e voglia di esprimersi, da dove prendi ispirazione per la tua arte? Film, musica, libri, la strada…

Leggo molto, sia libri che fumetti, appena esco di casa infilo le cuffie e ascolto musica durante tutti gli spostamenti giornalieri, la notte faccio maratone di film o telefilm, coltivo piante sul mio terrazzo, mi prendo cura dei miei animali, mi piace andare negli angoli di Milano che amo…  Io difficilmente guardo quello che disegno cercandone il significato, chi mi conosce però dice che si ritrovano tutte queste cose.

   Ma la tua vita non è solo moda. Sembra molto interessante la Onlus AmbienteAcqua, di cosa si tratta?

Ho iniziato a lavorare, molto presto, come educatore/animatore con i bambini a Verbania. Quando sono arrivato a Milano, un mio amico mi ha proposto una collaborazione per un’associazione in cui lavorava come educatore nelle scuole. Da lì, insieme a questo mio amico, è iniziato un percorso che mi ha portato a progettare e gestire progetti di educazione ambientale fino alla creazione di un’associazione nostra. Ora gestisco un gruppo di ragazzi con disabilità psico-fisiche con cui realizzo attività di orticoltura e orto terapia, e dei laboratori artistici.


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