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Andrea Vitali: Parola di Cadavere | Il Sole 24 Ore

Creato il 27 novembre 2011 da Nicola Nicodemo
Andrea Vitali: Parola di Cadavere | Il Sole 24 Ore 27 novembre 2011. Per la prima volta, in ventotto uscite, il 'racconto d'autore' proposto oggi dal Sole 24 Ore è di uno scrittore italiano. Andrea Vitali, classe '56, firma "Parola di Cadavere", per la prima volta pubblicato in Italia. Autore di numerosi romanzi, tra cui Zia Antonia sapeva di menta, di recente pubblicazione, Vitali racconta la realtà più autentica, la commedia e la tragedia del vivere, con un approccio ironico e quasi farsesco, che nasconde con toni canzonatori e beffardi, l'intimità dei sentimenti umani, nella loro fragilità o nella loro forza, capaci di sfidare il destino o di accettarlo, con la serenità o il turbamento che caratterizza la volubilità umana. Il risultato è un racconto dall'aspetto grottesco, che cela, tuttavia, la sensibilità e la delicatezza del rapporto umano con il proprio 'essere' e con il proprio passato. Un gioco su più livelli, dunque, che confluiscono verso un unico denominatore comune: la ricerca delle proprie radici e, al tempo stesso, come in contraddizione, la fuga da un passato sofferto verso una nuova vita.
L'autore
Andrea Vitali nasce nel 1956 e cresce a Bellano, sulla riva orientale del lago Como. Dopo aver frequentato il Liceo Manzoni di Lecco, rinuncia agli studi giornalistici, per laurearsi in Medicina all'Università Statale di Milano. La sua passione lo spinge, però, verso la letteratura. Esordisce nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore. Il vero successo giunge però nel 2003 con il romanzo Una finestra vistalago, insignito del Premio Grinzane Cavour e del Premio Bruno Gioffrè). Vince anche il Premio Bancarella nel 2006 con La figlia del podestà. Numerose sono le sue opere, che vantano un ampio numero di riconoscimenti letterari. I suoi libri sono stati tradotti in ben undici lingue, tra cui anche serbo, ungherese e giapponese. Il suo sito web è www.andreavitali.net.
Parola di Cadavere
È la storia di un uomo, Anemio Agrati, e della sua ossessiva passione per le bare. E di suo figlio, conosciuto in paese come "il Cadavere", sul quale grava la fama insana di suo padre e del suo strano sogno di diventare un 'imprenditore funebre'. Un tipo pallido, scheletrico, introverso, vittima del suo apparire e dei pregiudizi del paese, costretto a vivere un'infanzia sofferta nello scherno dei compagni. E una sola persona si interessa alla sua storia, al suo passato: una commedia, quasi una farsa, un destino beffardo. Il giovane Cadavere fugge per scampare all'ignominia del suo nome, ma instaura una sorta di 'amicizia a distanza'. I due si incontrano solo in occasione della commemorazione dei defunti, nel cimitero del paese dove i genitori sono inumati. È l'ultimo legame del Cadavere con il passato. Ma anch'egli capisce ben presto che in quel luogo per lui non c'è posto.
P.s. La settimana prossima con i Racconti d'autore, Honoré de Balzac e "Sarrasine".

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