Andrea Vitturini – Foto di S. Rubera da apenamagazine.com
L’apnea agonistica è uno sport di concentrazione. Non è un caso che gli atleti raggiungano le migliori prestazioni piuttosto tardi. Comparati ad altre discipline, questi sportivi potrebbero essere definiti dei “vecchietti”. Nella maggioranza degli sport si raggiunge l’apice della condizione tra i 20 ed i 30 anni, ma qui, invece, tutto slitta ed un 50enne può essere ancora in vetta al mondo. È uno sport che ha bisogno di una maturità interiore molto sviluppata. Bisogna riuscire a lasciar fuori le emozioni. Con le età cambia metabolismo che rallenta ti favorisce: tutto quello che non si metabolizza lo si risparmia.
Andrea Vitturini, che di questo sport è un campione, di anni ne ha 44 ed ha iniziato a fare corsi di apnea 7 primavere fa. Di attività agonistiche ne aveva sempre svolte, ma non era mai riuscito ad eccellere come avrebbe voluto. Così, il punto di svolta è arrivato a fine 2004, quando a 37 anni ha deciso di iscriversi ai corsi di apnea. Il percorso da lì in poi è stato assolutamente naturale. Merito di un fisico preparato, di una società (l’Agonismo Sub Torino) che lo ha sempre supportato e di una mente sgombera e pronta ad imparare.
Già, perché nell’apnea la testa conta ancora più del fisico. Prima di immergersi serve una lunga concentrazione e bisogna rilassarsi completamente: ogni muscolo in tensione consuma energia vitale. Andrea questo processo lo ha imparato man mano che progrediva con i risultati: “Quando ti prepari uno dei fattori che ti limitano sono le tensioni muscolari. Mi sono accorto nel tempo, facendo il check del rilassamento prima della gara, di poter prendere coscienza di muscolature che non sapevo neppure di avere”.
Dopo tre anni di allenamenti in piscina è arrivato il momento della prima gara. Aveva appena toccato i 100 metri in apena, risultato pazzesco per l’epoca. Qualcuno lo avrebbe considerato un traguardo importante, invece Andrea si è reso conto solo in quel momento che da lì poteva svoltare. “Distaccandoti dall’aspetto fisico e affidandoti all’aspetto mentale – ci spiega – si arrivava ad un punto in cui puoi attingere a risorse talmente grandi che neanche si possono immaginare”.
Da allora molto è cambiato. Quando aveva iniziato non credeva di riuscire a trattenere il respiro più di 1 minuto, l’altro giorno è rimasto sott’acqua per 8 minuti e 13 secondi. Pazzesco. Negli ultimi tre anni ha ottenuto vittorie, medaglie e podi un po’ ovunque. Giusto per citarne alcuni possiamo dire che nel 2010 è stato l’atleta italiano più completo con due secondi posti in apena statica e dinamica. Nel 2011 ha raccolto un secondo posto mondiale a Tenerife, mentre quest’anno ha appena vinto i campionati nazionali di apena statica ed avrebbe battuto anche il record italiano di apena se per intoppi burocratici non gli fosse stato omologato il tempo. Lo aveva migliorato di quasi 1 minuto netto. Poco male: si rifarà la prossima volta.
di Edoardo Blandino