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ANDREA ZANZOTTO - “Per dire parole che valgano la pena bisognerebbe almeno averne 900 di anni. ...

Creato il 19 ottobre 2011 da Ilibri
ANDREA ZANZOTTO - “Per dire parole che valgano la pena bisognerebbe almeno averne 900 di anni. ... ANDREA ZANZOTTO - “Per dire parole che valgano la pena bisognerebbe almeno averne 900 di anni...”

La terra veneta e l'Italia perdono un grande figlio”, ha detto il Presidente Napolitano, ed anche i-LIBRI vuole ricordare Andrea Zanzotto, morto il 18 ottobre.

Nato a Pieve di Soligo nel 1921, il poeta, più volte proposto per il Nobel, partecipò alla Resistenza, occupandosi del settore stampa e propaganda. Emigrato in Svizzera e poi in Francia, rientrò in Italia alla fine del ’47, riprendendo l’attività di insegnante.

Nel 1950, fu scelto come vincitore del premio San Babila per un gruppo di poesie composte tra il 1940 e il 1948, e l’anno dopo questi suoi scritti vennero pubblicati con il titolo “Dietro il paesaggio”.

Anche se i primi documenti sono anteriori al 1940, è da questo momento in poi che il nome di Zanzotto si impone nel panorama della poesia italiana.

Qui di seguito vi proponiamo i titoli dei suoi principali lavori:

Vocativo” (1957); “IX Ecloghe” (1962); “La beltà” (1968); “Gli sguardi i fatti e senhal” (1969); “Pasque” (1973); “Filò” (1976); la trilogia iniziata con “Il galateo in bosco” (1978) e proseguita con “Fosfeni” e “Idioma” (1983).

Tutta la sua opera poetica (e parte dell’opera in prosa) è compresa nel Meridiano Mondadori “Le poesie e prose scelte” (1999).

Ancora, nel 2001 esce “Sovrimpressioni e Scritti sulla letteratura” e nel 2007 “Sull’Altopiano.  Racconti e prose” (1942-1954), con un’appendice di inediti giovanili. Sempre del 2007, i dialoghi “Eterna riabilitazione da un trauma di cui s'ignora la natura”, cui seguono “Viaggio musicale”, nel 2008, e “In questo progresso scorsoio”, 2009.

 

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