Andreas Lubitz soffriva di depressione
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Andreas Lubitz è stato classificato dai giornali di mezzo mondo come il solo responsabile del disastro aereo di martedì 24 marzo. Il co-pilota, come raccontano le poche informazioni ricavate dalla scatola nera rinvenuta nel luogo dello schianto, si era chiuso in cabina di pilotaggio, approfittando del fatto che aveva in mano i comandi in quanto il pilota si era assentato dalla sua postazione per andare in bagno. Al ritorno del comandante, però, Andraes si è rifiutato di aprire la porta blindata e ha fatto scendere l’aereo di quota, avvicinandosi sempre di più alle montagne. Solo all’ultimo i passeggeri hanno capito costa stava per accadere.
Secondo le prove trovate nella sua abitazione, Andreas Lubitz aveva un certificato medico che lo esentava dal presentarsi al lavoro la mattina di martedì, un certificato del quale però la compagnia aerea non era a conoscenza. Alcuni familiari raccontano inoltre che il co-pilota soffriva di depressione nel 2009, e proprio per questo si era ritirato dall’addestramento, riprendendolo l’anno dopo e passando con successo tutti i test. A far esplodere la mina che era dentro si sè, forse la rottura con la fidanzata che avrebbe dovuto sposare a breve. Nonostante le cure psichiatriche che aveva affrontato e le terapie che continuava a seguire, non ha mai pensato a lasciare il lavoro, tanto meno di avvertire la direzione del suo stato di salute.
La scatola nera rivela inoltre che Lubitz ha deciso di modificare la quota di altitudine dal pilota automatico, di conseguenza non si ha diretto lui stesso il velivolo contro la parete della montagna francese. Questo particolare, spiega lo Spiegel, mostra una grande lucidità del 27enne, che ha mantenuto i nervi saldi fino all’ultimo. Ma se veramente si tratta di un suicidio, perchè coinvolgere le altre 150 persone a bordo dell’airbus? Studi psichiatrici spiegano che un uomo affetto da depressione al momento di prendere una decisione così importante, non pensa a nessun altro se non a sè stesso. Per questo motivo, avrebbe deciso si lanciarsi contro la roccia senza pensare alle altre persone che avrebbero perso la vita nello schianto.
Sempre lo Spiegel afferma però che queste sono prove che però non confermano la teoria ora ritenuta la più plausibile, ma la Polizia tedesca ha preso in esame degli oggetti dalle abitazioni di Lubitz che potrebbe portare a delle certezze, ma per motivi di riservatezza non ha specificato che oggetti siano.
di Alessandro Bovo
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