Gli uccisori (Ubijtsy) (1958)
Non cadranno foglie stasera (Segodnja uvolnenija ne budet) (co-regia Aleksandr Gordon)(1959)
Il rullo compressore e il violino (Katok i Skripka) (1960)
L'infanzia di Ivan (Ivanovo detstvo) (1962)
Andrej Rublëv (1966)
Solaris (Soljaris) (1972) - 3/5
Lo specchio (Zerkalo) (1975)
Stalker (1979)
Tempo di viaggio (1983)
Nostalghia (1983)
Sacrificio (Offret) (1986)
Tarkovskij (1932-1986), russo, è un regista che lascia trapelare un anelito allo spirituale, alla dimensione del misticismo che permea l'esistenza. I suoi film però sono anche acutissime descrizioni psicologiche, quand'anche accurate ricostruzioni storiche. Esempio di imponente cinema sovietico (sia per mezzi che per contenuti), Tarkovskij è il più degno erede dei maestri sovietici degli anni '20.
-Solaris
di Andrej Tarkovskij - URSS 1972 - fantascienza - 165min.
Molti dicono che sia stata la risposta sovietica a 2001. Non so se sia stato girato con questo obbiettivo, comunque con l'opera di Kubrick ha poco da spartire. Kubrick è metafisico e grandioso tanto quanto Tarkovskij è intimo e concreto. Il primo è un filosofo che si interroga sul destino dell'umanità, il secondo è uno psicologo che studia i meccanismi dell'inconscio.
Recensisco la versione integrale, disponibile in DVD ad opera della General Video Recording.
Chiamato per una missione sulla stazione orbitante presso il pianeta Solaris, lo scienziato Kris deve fare i conti con astronauti stralunati e una stazione semideserta e diroccata, nei cui corridoi vede ben presto materializzarsi il fantasma della moglie morta. E' una proiezione mentale del pianeta Solaris, enorme entità pensante che fa incarnare i ricordi delle persone in entità fisiche. Kris arriva a non volersene più andare per rimanere sempre con la proiezione della moglie, che sembra vera in tutto e per tutto.
Non è solo un film sull'elaborazione del lutto, ma più in generale sulla diffcoltà di affrontare il proprio passato, lasciandoselo alle spalle per affrontare la vita, o perdendosi nei ricordi e giacendo nell'inerzia. Tarkovskij ricorre al futuro per parlare del passato e del presente degli individui, in un film che assomma tutte e tre le dimensioni temporali in un ipnotico labirinto mentale. In questo senso potrebbe essere accostato ad un altro film di Kubrick, "Shining", che ricorda questo film per vari aspetti: l'Overlook Hotel non è molto dissimile dalla stazione spaziale, entrambi luoghi difficilmente accessibili ed ancor più difficilmente abbandonabili; luoghi dove il passato rimane prigioniero e si con-fonde col presente, imprigionando i protagonisti in un loop spazio-temporale.
Non manca qualche difetto: forse il taglio del lungo prologo terrestre nell'edizione italiana non fu fatto a torto (sebbene ovviamente raccomandi la visione integrale!), dato che alcuni passaggi si dilatano senza ragione e inducono alla noia. La recitazione, per quanto competente, non si può certo definire coinvolgente. Le scenografie sono a dir poco insufficienti: ci vuole molta fantasia per immaginare una stazione spaziale con porte in alluminio! Tarkovskij lavora bene con i mezzi a disposizione, ma il risultato complessivo lo fa sembrare un film vecchissimo rispetto alla sua età, ed ancor più se paragonato a 2001.
In conclusione è un buon film che affronta temi difficili da trattare con la classe di un grande regista, ma purtroppo non è supportato da un convincente apparato tecnico, il che, soprattutto per un film di fantascienza, è una grande pecca.
Alcuni indicano come anno di realizzazione il 1971. Io mi sono basato sull'indicazione riportata sulla confezione del DVD che possiedo, ma forse questa si riferisce all'anno di distribuzione in Italia. Se qualcuno mi può illuminare a proposito ben venga.
Voto: 3/5