Andrew Wylie sul futuro dell’editoria Anonima Andrea Cabassi
Chi è Andrew Wylie
Andrew Wylie è un agente letterario statunitense old school con il pallino della scrittura di alto livello. Soprannominato Lo Sciacallo per il bracconaggio d’autori che pratica nelle riserve di altre agenzie, è famoso per la sua avversione nei confronti della narrativa commerciale (dover leggere bestseller tutto l’anno è la mia definizione d’inferno).
L’intervista ad Andrew Wylie
Su New Republic, una rivista USA di politica e arti, Andrew Wylie ha recentemente rilasciato un’intervista con alcuni interessanti spunti inerenti il mondo editoriale.
Vi ripropongo quindi due passaggi: il primo è un’analisi a tutto tondo del mercato editoriale, il secondo è una riflessione sulle condizioni imposte oggi dai colossi dell’editoria digitale.
L’industria editoriale secondo Andrew Wylie
Il vero problema è che a partire dagli anni ’80 l’industria editoriale s’è fatta guidare dal reparto vendite. E oggi ogni strategia viene impostata come se si dovessero vendere detersivi. Ma non è così. I libri sono un prodotto particolare. Un po’ come la moda. Sono rivolti a persone che hanno un certo livello di educazione e che leggono. Non ci sono molte persone che leggono. La maggior parte della gente se ne va in giro e litiga e cerca di fare dei soldi. Noi vendiamo libri. È un settore che ha dei limiti naturali. L’editoria non deve essere necessariamente supermarkettizzata.
Andrew Wylie sul futuro dell’editoria
Tutto passa. Amazon passerà. E Apple¹ passerà. E tutto passerà. Io penso che le cose continuerebbero ad andare bene anche se le case editrici ritirassero i loro prodotti da Amazon. Se le condizioni che vengono loro imposte non sono soddisfacenti, perché continuano ad accettarle? Pensi che facendo così perderai il 30% del tuo fatturato? Non c’è problema. Vuol dire che avrai il 30% di margine in più sul restante 70%. Avrai meno sciocchi che leggono i tuoi libri e verrai pagato di più da quelli continuano a farlo. Non vedo dove stia il problema.
¹ Apple è stata giudicata colpevole, insieme ad altri cinque colossi editoriali, di aver perseguito politiche anticoncorrenziali stringendo accordi per fissare i prezzi
Conclusioni
Voi che ne dite? Trovate condivisibile la posizione di Andrew Wylie sul futuro dell’editoria, e in particolare sul ruolo di nomi nuovi come Amazon e Apple? Oppure pensiate che, essendo Andrew Wylie dichiaratamente di parte (con l’aggravante di non essere esattamente un agnellino… lo Sciacallo, ricordate?), le sue parole potrebbero essere guidate da opportunismo e interessi personali?
Prima di chiudere, però, vi lascio con un’ultima sua citazione:
Quando ho iniziato, mi sono chiesto: bene, che cosa vuoi fare per vivere? Voglio vivere leggendo bei libri.
Andrew Wylie sul futuro dell’editoria Anonima Andrea Cabassi