Le ultime righe mi sono piaciute, ma non basta una conclusione che mi ha fatto provare un senso di compimento perfetto per rivalutare tutto un libro su cui ho faticato troppo. L'ho già scritto, con gli intrighi politici di Andrzej Sapkowski mi sono persa troppi libri fa, anche se finalmente lo scrittore polacco mi ha spiegato chiaramente cosa è accaduto a Pavetta e il perché di un'azione di Yennefer che mi era rimasta oscura. Magari lo aveva già detto e io me l'ero perso, ma se la mia mente non riesce a focalizzarsi su determinati intrighi non è un buon segno, perché di solito non ho questi problemi. Non ho problemi neanche con lo stile di Sapkowski, o con il suo modo di costruire la trama alternando punti di vista diversissimi e magari mostrando le vicende che ci interessano tramite leggende, narratori esterni, e un intersecarsi di elementi molto particolare. Eppure troppi dettagli di quanto è avvenuto mi sfuggono. Probabilmente è dovuto anche al fatto di aver letto i libri in un lungo arco di tempo, dal 2011 a oggi, ma la lettura, proprio per via di quelle parti che non ho capito, di quei personaggi che non distinguevo - per dirne una per me le maghe sono quasi tutte uguali fra loro, e lo stesso vale per i sovrani - è stata meno soddisfacente di quel che sarebbe potuta essere. Ma non è solo questo se a un certo punto, durante la lettura di La Signora del Lago, ho seriamente pensato di abbandonare la lettura. Quanto stava avvenendo era andato oltre la non comprensione o l'infastidirmi, non mi piaceva proprio, al punto che mi sono chiesta se abbandonare definitivamente la lettura di una saga di cui stavo leggendo il settimo e ultimo volume. Esiste anche un altro libro non ancora tradotto, Sezon burz, ma visto che si colloca al tempo dei racconti di Il guardiano degli innocenti la trama della saga finisce qui. Alla fine ho deciso di andare avanti, ma il mio interesse era così tanto che sono riuscita a interrompere la lettura di un romanzo, di cui mi mancavano una sessantina di pagine, per leggere due saggi (!) che mi incuriosivano molto di più. Chissà perché questo non mi pare un buon segno.
In certi punti c'era troppa violenza fine a sé stessa, troppo compiacimento in scene che ho letto davvero a fatica. Se la trama di Il battesimo del fuoco mi era parsa inutile, qui qualcosa di quel che era stato seminato in quel romanzo torna fuori e tornano fuori alcuni personaggi, ma nonostante questo continuo a pensare che parte di quel romanzo sia fine a sé stessa senza essere affascinante, e anche in questo La Signora del Lago alcune scene mi sono parse inutili. Non tutte per fortuna, e non tutti i temi. Mi è piaciuto il riferimento arturiano, anche se su internet mi sono imbattuta in qualcuno che è stato infastidito dalla rivisitazione di Thomas Malory data da Sapkowski. Invece per me il suo ripercorrere miti e leggente, così come le opere classiche che fanno parte della nostra cultura, è qualcosa che gli viene benissimo e che arricchisce ciò che sta narrando. Si possono prendere storie note e rivisitarle, se fatto bene il gioco dei rimandi illumina sia la storia nuova che quella vecchia, l'importante è non appiattirsi in una mera riproposizione di ciò che è stato già narrato da altri.
Alla fine della saga delle vicende di Geralt, Ranuncolo, Yennefer e Ciri mi rimane un'immagine discontinua, con pagine bellissime alternate ad altre che non ho capito, o che ho odiato, o che mi hanno fatto schifo, e il fascino per un modo di narrare insolito e una rivisitazione delle antiche storie molto particolare. Probabilmente fra tutte le opere che ho letto questa è quella che mi disorienta di più, rendendomi incapace di darne un giudizio univoco. Va letta? Certo va provata, quanto all'apprezzarla non è detto che accada, o che accada sempre, ma dove il testo trova il suo giusto equilibrio la lettura è davvero un piacere.
Chiudo con una citazione, uno di quei passaggi che mi fa pensare che alla fin fine vale la pena di leggere Sapkowski:
"La missione e la ragion d'essere degli strighi sono state incrinate, giacché ora la lotta tra il Bene e il Male ha luogo su un altro campo di battaglia ed è condotta secondo criteri completamente diversi. Il Male ha cessato di essere una forza cieca ed elementare contro cui doveva schierarsi lo strigo, un mutante altrettanto micidiale e caotico del Male stesso. Oggi il Male regna attraverso le leggi, perché le leggi sono al suo servizio. Agisce attenendosi ai trattati di pace, perché è a esso che questi si sono ispirati..."
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