Andy Warhol, padre della Pop Art americana, torna a Milano con una grande monografica a Palazzo Reale, che per la prima volta ospita una mostra dell’artista statunitense. L’evento attesissimo è al centro della programmazione dell’Autunno Americano, iniziata il 24 settembre con la mostra “Pollock e gli Irascibili. La scuola di New York”. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e prodotta da Palazzo Reale e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con Arthemisia group, la mostra è curata da Peter Brant con il contributo di Francesco Bonami: appassionato collezionista, fin da giovanissimo Brant iniziò a comprare opere di artisti contemporanei americani mettendole poi a disposizione per fini di studio e divulgazione attraverso la Brant Foundation.
Oltre 160 opere, dai primi disegni di Warhol per finire con le spettacolari Ultime Cene – presentate proprio a Milano nel 1987 in quella che fu l’ultima mostra di Warhol, prima della morte per una banale operazione – e gli autoritratti, passando attraverso le opere più iconiche come le “Electric Chairs” (1964), il grande ritratto di Mao, i fiori e uno dei più famosi capolavori di Warhol “Blue Shot Marilyn” (1964), il ritratto della famosa attrice americana che ha in mezzo agli occhi il segno restaurato di uno dei colpi di pistola esploso da un’amica dell’artista nel 1964 che Brant avrebbe poi acquistato per 5000 dollari nel 1967 con i proventi di un piccolo investimento.
Dal 12 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014 oltre centocinquanta opere, provenienti dall’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, e da numerose collezioni americane ed europee, ripercorreranno il percorso creativo dell’artista che tanto ha rivoluzionato l’arte del XX secolo.
L’esposizione, curata da Walter Guadagnini e Claudia Beltramo Ceppi, presenterà circa 150 opere, tra cui 20 fotografie Polaroid, in grado di ripercorrere l’itinerario creativo dell’autore che tanto ha rivoluzionato l’arte del XX secolo, grazie alla collaborazione con l’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, che custodisce una larga parte dl suo lascito, e al supporto di alcune storiche collezioni, come quelle delle gallerie Sonnabend, Feldman, Goodmann di New York, di musei europei come il Museo d’arte moderna e contemporanea Berardo di Lisbona, il Museo d’arte moderna di Nizza, l’Albertina e il Mumok di Vienna, oltre ad alcuni capolavori da raccolte pubbliche e private italiane, come la Collezione Lucio Amelio, The Teutloff Photo + Video Collection e la Collezione UniCredit.