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Andy Warhol: una storia americana

Creato il 17 dicembre 2013 da Arscreativo

Andy Warhol: una storia americana ARSENALE CREATIVO

Andy Warhol e la Pop Art: stampe e pochi colori intensi a delineare i tratti di soggetti noti e sotto gli occhi di tutti. Dietro la popolarità dei primi piani di Marilyn Monroe, Che Guevara, Liz Taylor, così come le seriografie di bottiglie di Coca-cola e barattoli di zuppa Camplbell’s, si nasconde una filosofia sottile e critica verso un consumismo sfrenato ancora ai primordi. Pregi e difetti di un evoluzione tecnologica che ha proiettato gli individui in ritmi frenetici in pochi decenni. Una conoscenza quasi istantanea di qualunque avvenimento degno di nota, ma con una frequenza così rapida da sorvolare sulle coscienze. Un’assenza di opinione generalizzata che si accompagna a uno svilimento dell’individualità. Sono questi i concetti principali alla base di un’arte in apparenza immediata. Distaccandosi dalle complicate congetture dell’arte concettuale, dal minimalismo dell’arte povera e, in generale, dalle Neoavanguardie, la Pop Art si presta da subito a una fruizione di massa da cui il suo nome, abbreviazione di Popular Art. E Warhol ne è il profeta indiscusso. Fin dai primi anni ’60 l’artista, dal passato di grafico pubblicitario, studia il processo di assorbimento e dissolvimento della notizia nella psicologia di massa, analizzando gli effetti della ripetizione della notizia nell’inconscio delle persone. I soggetti da lui ritratti sono quelli divulgati dalla stampa quotidiana, già conosciuti nei cartelloni pubblicitari e, in varie grandezze e colori, sui giornali. Gli stessi che si finisce per riconoscere senza osservare e che conducono a comprendere il vero significato della Pop Art: un’acquisizione non mediata degli oggetti del mondo nell’ambito dell’arte.

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Si sono scritti interi manuali su Andy Warhol e la Pop Art, ma bastano queste poche nozioni per avere uno sguardo più consapevole su una corrente artistica spesso conosciuta in modo troppo superficiale. In quest’ottica vi propongo la mostra al Palazzo Blu -palazzo d’arte e cultura di Pisa- la quale vuole riprodurre, attraverso più di centocinquanta opere dell’artista, un quadro culturale dell’America del dopoguerra, puntando sulla capacità che Warhol ebbe di interpretare lo spirito del suo tempo, spesso anticipandolo tramite il suo tipico linguaggio visuale. Una mostra completa che proseguirà fino al 2 febbraio 2014 e che garantisce al visitatore tutti i mezzi per comprendere fino in fondo uno degli artisti più straordinari dell’arte del Novecento.

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