Aneddoti

Da Paolo Statuti

   Aneddoti scelti e tradotti dal polacco da Paolo Statuti:

Johann Wolfgang Goethe un giorno scrisse a un suo amico una lettera-fiume. Alla fine nel postscriptum aggiunse: “Egregio signor conte, mi scuso per la lunghezza della lettera, ma non avevo il tempo per scriverla più breve”.

Qualcuno chiese a Georg Christoph Lichtengerg, scienziato e satirico tedesco:

- Potrebbe spiegarmi la differenza tra il tempo e l’eternità?

- Purtroppo è impossibile. Per la verità io ho abbastanza tempo per spiegare, ma a lei non basterebbe l’eternità per capire.

Una volta chiesero ad August Rodin, come nasce una scultura come opera d’arte.

- E’ molto semplice – rispose lo scultore. – Bisogna pendere un blocco di marmo e togliere da esso tutto ciò che è superfluo.

Una volta chiesero a Stanisław Lentz, pittore polacco, se avrebbe rinunciato più facilmente alle donne o al vino. L’artista rispose:

- Dipenderebbe dall’annata del vino e dall’annata delle donne.

Il pittore ritrattista Stanisław Ignacy Witkiewicz (Witkacy) un giorno chiese a un cliente:

- Le piace il suo ritratto?

- Se devo essere sincero, non è un capolavoro dell’arte.

- Ma nemmeno lei è un capolavoro della natura! – esclamò l’artista irritato.

Un giovane poeta portò a Voltaire una sua ode intitolata “Ai posteri”. Voltaire lesse l’ode e disse:

- Non c’è male, ma temo che non giungerà mai all’indirizzo indicato.

Qualcuno chiese a Heine, cosa avesse fatto prima di pranzo.

- Ho letto una poesia che ho scritto ieri e ho aggiunto una virgola.

- E dopo pranzo?

- Ho riletto la stessa poesia e ho tolto la virgola, perché mi è sembrata inutile.

Un artigiano si recò a casa di Balzac e chiese di essere pagato per un lavoro che gli aveva fatto. Balzac gli spiegò che non aveva soldi e lo pregò di tornare in un altro momento. L’artigiano allora s’innervosì e cominciò a gridare:

- Quando vengo per i soldi, lei non è mai in casa, e quando finalmente ce la trovo, lei non ha i soldi!

- E’ del tutto ovvio – disse Balzac. – Se avessi i soldi non starei certo in casa.

Andersen era molto trasandato nel vestire. Un giorno uno gli chiese malignamente:

- Quel misero oggetto sulla sua testa lei lo chiama cappello?

Il grande scrittore di favole senza battere ciglio rispose tranquillamente:

- E quel misero oggetto sotto il suo cappello lei lo chiama testa?

Una sera Bernard Shaw giunse al teatro un po’ in ritardo, a spettacolo già iniziato.

Lo pregarono di raggiungere il suo palco e sedersi senza far rumore.

- Perché, gli spettatori già dormono? – chiese Shaw.

Un giorno si recò da Thomas Mann uno scrittore principiante. Lesse a Mann alcuni suoi lavori e gli chiese un parere.

- Lei dovrebbe leggere molto – disse Thomas Mann. – Leggere, leggere, leggere quanto più possibile.

- Perché?

- Se lei leggerà molto, non avrà il tempo per scrivere – rispose Mann.

Un banchiere chiese a Vernet un disegno. Il pittore in cinque minuti fece un piccolo disegno e disse:

- Il suo prezzo è 1000 franchi.

- Come! 1000 franchi per un disegno, per fare il quale lei ha impiegato solo cinque minuti?

- Sì – rispose Vernet – ma io ho impiegato 30 anni della mia vita, per imparare a fare questi disegni in cinque minuti.

Quando Degas era già un pittore affermato, giunse al suo studio un ammiratore del suo talento. Non vedendo alle pareti nessun quadro del maestro, chiese:

- Perché non appende qualcuno dei suoi quadri?

- Amico mio – rispose Degas – non posso permettermi di comprare dei quadri così costosi.

Una volta Cézanne trascorse la notte in un alberghetto. Il giorno dopo il proprietario gli chiese:

- Come ha dormito? Penso non troppo bene, per via del materasso piuttosto duro, vero?

- Ha ragione – rispose l’artista – ma di notte mi sono alzato dal letto un paio di volte, per riposare un po’.

I primi concerti di Händel a Londra non ebbero successo e questo preoccupò gli amici del compositore. Händel li tranquillizzò:

- Non vi preoccupate! Nella sala vuota la musica risuona meglio.

Quando a Johann Sebastian Bach morì la moglie, si sciolse in lacrime, si coprì il viso con le mani e si sedette disperato. Poco dopo giunse uno degli amici e si offrì di occuparsi del funerale, ma aveva bisogno di denaro. Bach come al solito disse:

- Per i soldi rivolgiti a mia moglie.

Un giovane voleva diventare allievo di Beethoven. Quando eseguì davanti al maestro la composizione per pianoforte che aveva scelto, il grande musicista dichiarò:

- Lei deve suonare il pianoforte ancora a lungo, finché non si accorgerà di non sapere niente.

Un giorno si presentò a Rossini un giovane con due grossi plichi sotto l’ascella e disse:

- Il direttore dell’orchestra mi ha promesso di eseguire una delle mie due sinfonie, vorrei fargliele ascoltare, maestro, per sapere quale è la migliore.

Il giovane si siede al pianoforte, e Rossini accanto a lui. Dopo una ventina di battute Rossini si alza, chiude il quaderno e dando al giovane una pacca sulla spalla, esclama:

- La seconda, ragazzo, la seconda!

Gounod scrisse sulla porta di casa: “Chi mi visita mi fa un onore, chi non mi visita mi fa un piacere”.

Il famoso tenore austriaco Leo Slezak una volta interpretava il Lohengrin. L’opera termina con il protagonista che si allontana su una barca trainata da un cigno. L’aiuto regista però, dette il segnale troppo presto e la barca si allontanò senza Lohengrin. Slezak costernato gridò verso le quinte:

- Quando parte il prossimo cigno?

Un giovane chiese a Mozart come si scrive una sinfonia.

- Per la tua età è ancora presto. Meglio cominciare con delle ballate – rispose il compositore.

- Ma lei ha cominciato a scrivere sinfonie quando aveva soltanto dieci anni! – protestò il giovane.

- Sì, ma io non ho chiesto a nessuno come si fa – replicò Mozart.

Conrad Roentgen un giorno ricevette una lettera, nella quale una certa persona gli chiedeva di inviargli un po’ di raggi e le istruzioni come usarli, perché non aveva tempo per recarsi dallo scienziato personalmente. Roentgen rispose: “In questo momento purtroppo sono sprovvisto di raggi. Desidero però farLe osservare che la spedizione è una faccenda estremamente complicata. Sarebbe già più semplice se Lei mi spedisse la sua cassa toracica”.

Al fisico tedesco Otto Hahn chiesero cosa pensasse della metafisica.

- La metafisica – rispose ridendo lo scienziato – è la ricerca di un gatto nero in una stanza buia , dove non c’è neanche l’ombra di un gatto.  

Una volta chiesero a Einstein in che modo avvengono le scoperte che trasformano il mondo. Il grande fisico rispose:

- In un modo molto semplice. Tutti sanno che non è possibile fare certe cose. Ma per caso si trova un qualche analfabeta che non lo sa. E proprio lui fa le scoperte.

Quando al celebre compositore di operette Franz von Suppé un direttore d’orchestra fece notare che un motivo della sua nuova opera si trovava già in Beethoven, il compositore replicò:

- E con ciò?  Forse per lei Beethoven non è sufficientemente bravo?

Il pittore polacco Jan Cybis trovandosi a Parigi, entrò in un albergo dove voleva fermarsi e chiese il prezzo delle stanze.

- Al primo piano 50 franchi, al secondo 35 e al terzo 20.

- Grazie – rispose il pittore –  questo albergo per me è troppo basso.

(C) by Paolo Statuti



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