Presento qui ai miei lettori un certo numero di aneddoti e facezie che ho scelto dal libro del polacco Janusz Nowosad Sztuka na wesoło (L’arte in allegria) (v. nel mio blog dello stesso autore: Aneddoti nella musica e La musica che scorre dai versi)
Un giorno un certo conte visitò lo studio di Marc Chagall (1887-1985). Guardò i quadri, chiese il prezzo e poi disse:
– Potrebbe darmi qualcosa di meno caro?
– Sì – rispose l’artista e consegnò al nobile una scatoletta di sardine.
Una volta il domestico informò Salvador Dalì che un uomo desiderava parlargli.
– Cosa vuole? – chiese il pittore.
– E’ il rappresentante di una Società di Assicurazioni. Vorrebbe farle una polizza sulla vita.
– Non serve. Digli che sono immortale.
Il pittore e grafico polacco Władysław Daszewski (1902-1971) tornando di notte da una festa, fu abbordato da uno straccione che gli chiese cinque zloty.
– Per cosa le servono questi soldi? Per bere?
– Non bevo.
– Per le sigarette?
– Non fumo.
– Allora vuole comprare un regalo alla sua ragazza?
– Non ho la ragazza.
– Sa che le dico? Le do cento zloty, se lei verrà con me. Voglio che mia moglie veda coi propri occhi, come finiscono quelli che non hanno vizi!
Dopo un’asta in cui fu venduto un quadro di Edgar Degas (1834-1917) per quattrocentomila franchi, un giornalista si avvicinò al pittore e gli chiese:
– Maestro, non la irrita il fatto che lei non riceverà nulla di questa enorme somma?
L’artista dopo aver riflettuto un po’ rispose:
– Caro signore, sono come un cavallo da corsa che, malgrado abbia vinto il derby, deve accontentarsi di una porzione di avena.
Lo scultore polacco Ksawery Dunikowski (1875-1964), che visse 89 anni, raccontava spesso ai conoscenti che nel 1912 un medico, dopo averlo visitato, gli disse:
– Al massimo ancora un anno di vita.
– E allora? – chiese uno dei conoscenti.
– E in effetti, un anno dopo il poveretto se n’è andato.
Un critico si rivolse un giorno a Vincent van Gogh (1853-1890) con questa osservazione:
– In natura non ho mai visto i suoi colori.
– Dipingo ciò che vedo io e non ciò che vede lei. Madre natura non si spoglia per tutti nello stesso modo!
Katsushika Hokusai (1760-1849) dipinse un quadro intitolato Foglie autunnali di un acero sul fiume Tsutaya. Quando gli chiesero con quale tecnica avesse dipinto delle foglie di acero così belle, rispose:
– Prima ho comprato un pollastro, poi ho immerso le sue zampe in una tinta rossa, poi gli ho gridato qualcosa. Il pollastro correndo sulla tela, ha lasciato le impronte a forma di foglia. Il resto l’ho dipinto io.
Durante un vernissage del pittore russo astrattista Vasilij Kandinskij (1866-1944), una dama che si riteneva una grande intenditrice d’arte gli si avvicinò e gli disse:
– Mi scusi maestro, ma questo quadro non mi dice proprio niente.
– Oh, lei ha capito bene la mia intenzione!
– Vuol dire che…
– Appunto. Questo quadro dovrebbe tacere, perché rappresenta il silenzio.
Un noto banchiere un giorno confidò a Max Liebermann (1847-1935):
– Ma sa che da bambino sognavo di diventare un famoso brigante?
– Lei è un uomo fortunato! Non a tutti si realizzano i sogni dell’infanzia!
Lo scultore, pittore e grafico belga Constantin Meunier (1831-1905), un giorno litigò con una sua vecchia amica. Dopo un violento scambio di vedute, lei volendo dire l’ultima parola, gridò:
– Oh, se io fossi tua moglie, verserei il veleno nel tuo bicchiere!
– Ah, e se io fossi tuo marito, lo berrei senza esitazione!
Un allievo un giorno si rivolse a Michelangelo (1475-1564) dicendo:
– Maestro, lo scultore Torrigiano mi ha detto che il suo casato risale al diluvio.
– E’ possibile, infatti nell’arca di Noè c’erano anche un paio di asini
Un critico che stava visitando una mostra di Pablo Picasso (1881-1973), a un certo punto disse ad alta voce:
– Se questa è arte, io sono un idiota!
– Sono perfettamente d’accordo con lei. Questa è arte! – rispose l’artista.
Una dama dopo aver visto il suo ritratto dipinto da Pablo Picasso, disse:
– Maestro, chiedo scusa, ma io non sono così!
– Ma lei dovrebbe essere così!
Una volta Raffaello (1483-1520) dipinse due ritratti del papa Giulio II. In uno di essi il papa aveva il volto pallido, mentre nel secondo lo aveva rosso. Quando il papa li vide si risentì. L’artista si giustificò dicendo:
– Volevo immortalare due istanti diversi della vita di Sua Santità, e cioè il momento del ritorno dalla messa e il momento del ritorno dalla vigna.
Un giorno Joseph Vernet (1714-1789) fu presentato a Voltaire (1694-1778), che lo accolse con queste parole:
– Signor Vernet, lei diventerà immortale. Lei ha i colori più belli e più duraturi!
– I miei colori non possono uguagliare il suo inchiostro – rispose il pittore.
Un appassionato di arte ordinò a James Whistler (1834-1903) un quadro che doveva raffigurare una chiesa. Terminato il lavoro, il pittore lo mostrò al cliente, il quale a un certo momento osservò:
– Lei ha completamente dimenticato la gente nel suo quadro!
– Sono tutti a messa!
– Bene. Comprerò questo quadro quando la gente uscirà dalla chiesa!
Una certa dama ordinò il suo ritratto a Jacek Malczewski (1854-1929). Dopo aver visto il quadro già terminato, disse assai scontenta:
– Vedo che non si è sforzato troppo.
– Per la verità è la natura che non si è sforzata troppo.
In un negozio di souvenir il signor Rossi si rivolge al commesso:
– Recentemente lei mi ha venduto una figura del XVI secolo come avorio, mentre un mio conoscente storico dell’arte afferma che è di plastica!
– Ma mi scusi, come poteva un elefante avere le zanne di plastica nel XVI secolo?!
Una aristocratica si rivolse al pittore risentita:
– Ma cosa ha dipinto? Qui sembro un scimmia!
– Cara signora, doveva pensarci prima di ordinare il suo ritratto!
La signora Rossi ordina il suo ritratto a un giovane pittore. Mentre posa si rivolge all’artista:
– La prego caldamente di non farmi brutta sulla tela!
– Non si preoccupi signora. Ancora non mi è mai successo di fare un ritratto somigliante!
Un giovane pittore sta dipingendo un paesaggio. Un agricoltore che passa di lì per caso chiede:
– Cosa dipinge?
– Dipingo ciò che vedo.
– Peccato che lei non veda ciò che dipinge!
Un giovane artista mostrò un suo quadro a un noto critico per un giudizio. Il critico dopo averlo osservato a lungo, disse:
– Ragazzo, una cosa simile potrai dipingerla solo quando sarai famoso, fino a quel momento bisogna dipingere bene!
Un banchiere di origine ebrea ordinò a un noto pittore un grande quadro raffigurante il Passaggio del Mar Rosso. Dopo aver preso un buon anticipo, l’artista non si fece vivo per un anno. Alla fine dopo molti solleciti del banchiere, il pittore si presentò nella residenza di quest’ultimo, con una grande tela rossa.
– E questo cosa sarebbe?
– Il Mar Rosso.
– E dov’è l’esercito del faraone?
– E’ annegato.
– E dove sono gli Ebrei?
– Sono già passati.
Uno scozzese chiede a un pittore:
– Quanto costa un ritratto a olio dipinto da lei?
– Dieci sterline.
Lo scozzese ci pensa un po’ e poi dice:
– E se porto io i colori, quanto costerebbe?
Una donna incontra una vecchia compagna di ginnasio e dice:
– Ho sentito che hai sposato un pittore astrattista, come va?
– Benissimo! Lui dipinge i quadri e io preparo i pranzi. Poi indoviniamo: io – cosa lui ha dipinto, e lui – cosa io ho cucinato!
Un ragazzo chiede alla ragazza:
– Chi mi consigli di diventare: un pittore o un poeta?
– Un poeta.
– Hai letto le mie poesie?
– No, ho visto i tuoi quadri.
In un museo un gruppo di visitatori si sofferma davanti alla statua di un guerriero romano privo di braccia e di gambe. La guida dice:
– Lo scultore ha chiamato questa sua opera Il vincitore.
- Se quello è il vincitore, immagino come doveva sembrare lo sconfitto – osserva uno del gruppo.
La moglie di un pittore chiamò il medico per il marito. Dopo averlo visitato il medico disse:
– Troppo tardi mi ha chiamato, signora. Suo marito ha già delle macchie violacee sulle mani.
– Ma dottore, mio marito ha quelle macchie, perché ha dipinto un quadro coi colori a olio!
– In tal caso è fortunato, perché se non fosse un pittore, sarebbe già morto!
In una città dell’Unione Sovietica fu deciso di erigere un monumento al grande compositore russo Piotr Čajkovskij. Durante la solenne inaugurazione del monumento, agli occhi dei presenti apparve Josip Stalin seduto in poltrona.
– Doveva essere un monumento a Čajkovskij – disse meravigliato uno degli spettatori.
– Infatti! – rispose l’autore del monumento. – Legga la scritta: Il compagno Josip Stalin ascolta la musica di Piotr Čajkovskij.