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Anello con brillanti per Saturno

Creato il 13 maggio 2014 da Media Inaf
Crediti: NASA / JPL-Caltech / Space Science Institute.

Crediti: NASA / JPL-Caltech / Space Science Institute.

Ancora attività negli anelli di Saturno. Una porzione dell’anello B, ben visibile al centro dell’immagine scattata dalla sonda NASA Cassini, sembra brillare nel denso nucleo di materiali che costituisce il disco, la sezione oscura dell’anello evidenziata nella caratteristica silhouette della vicina orbita di Saturno. Il team di scienziati che lavora sui dati della missione continua a studiare la situazione per svelarne i misteri.

Le condizioni favorevoli alla produzione di questa fosforilazione sono destinate a svanire man mano che Saturno si avvicina al suo solstizio estivo. I ricercatori sono però desiderosi di monitorare l’evoluzione del fenomeno, durante la quale sarà possibile raccogliere ulteriori e preziose informazioni riguardo alla formazione di queste caratteristiche intriganti ed eteree.

Lo scatto di Cassini ci propone una vista del lato degli anelli non illuminato dal Sole, 47 gradi circa sotto il piano del disco. L’immagine è nello spettro della luce visibile e porta la data del 19 ottobre 2013.

Il grandangolo dello strumento montato sulla sonda NASA ha fatto un buon lavoro, se si tiene in considerazione la distanza di Cassini da Saturno – quasi 2 milioni di chilometri – e all’angolazione della navicella rispetto a Saturno e alla nostra stella di 122 gradi. Per una risoluzione complessiva di 115 chilometri per pixel.

La sonda Cassini produce dati e immagini di straordinaria qualità da dieci anni. Le restano tre anni di attività da amministrare accuratamente. Certo gli anelli di Saturno continuano a stupirci.

Neanche un mese fa Cassini aveva documentato la formazione di un piccolo oggetto ghiacciato fra gli anelli di Saturno. Le immagini scattate dalla fotocamera montata su Cassini hanno mostrato evidenti disturbi sul bordo esterno di un anello del pianeta, il più esterno fra quelli brillanti. Una scia luminosa di circa 1200 km di lunghezza e 10 di larghezza. Non sembra che l’oggetto possa ingrandirsi ulteriormente, potrebbe al contrario implodere. Ma il processo di formazione e la spinta verso l’esterno potrebbe aiutarci a comprendere come le lune ghiacciate di Saturno, tra cui Titano ed Encelado, possano essersi formate in passato.

Lo scorso 10 maggio quasi cento città italiane hanno aderito alla terza edizione “Occhi su Saturno“, l’evento che celebra uno dei pianeti più affascinanti del Sistema Solare. Saturno si trovava in opposizione al Sole ed è stato visibile per tutta la notte.

Fonte: Media INAF | Scritto da Davide Coero Borga


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