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Angel Haze – Dirty Gold

Creato il 05 febbraio 2014 da Luciana_biondi

soulcity.it

 Mi ricordo che diverse riviste, e roba di questo tipo, più volte mi hanno chiesto “perchè non aggiungi la tua razza, la tue etnia, dove sei cresciuta con la tua musica”. Non mi identifico con questa roba, la mia identità è la musica e tutto quello che dovete sapere di me è nella musica, la musica è la mia casa, è dove ho origine, dove crollo, dove torno a vivere.
L’intro di A Tribe Called Red.

Dio vive dentro di te, lo hai già trovato.
Il Diavolo vive nei ricordi e basta che lo lasci agire.
E io disprezzo la chiesa per tutto quello che ti hanno insegnato.
Tra le cose dette in Black Dahlia.

Potrebbe trattarsi di una contraddizione, abituale contraddizione con la quale artisti e umani, tutti, normalmente si esprimono. Così come non sempre le parole coincidono con le azioni, a volte non esprimono nemmeno delle convinzioni. Ma ci sono habitat nei quali tutto si svolge con naturalezza e non ci preoccupiamo se quanto detto prima sarà coerente con quanto diremo dopo. Rientra tra i giochi inventati dalla musica e dalle arti espressive in generale per sperimentare la libertà. Quello che conta è che se ne ricavi dell’autenticità e in questo senso la contraddizione è un valore aggiunto, una garanzia per te stessa e per chi ascolta.

In questo suo primo album Angel Haze riesce proprio in questo: nel rendersi credibile e godibile nei suoi tanti aspetti che comprendono umoralità varia, distribuita lungo una fitta lista di brani. La ragazza non solo ha talento. Conosce musica diversa, la mescola e del rap utilizza modalità che abbracciano tre decenni. Il risultato è un caleidoscopio di generi e stili uniti ad arte attraverso soluzioni essenziali. 

Il rap sembrava morto e invece sta vivendo una delle sue stagioni più ispirate. Contraddizione? No, a richiederlo è l’epoca, così tecnologicamente veloce da indurre persino i non appassionati  a ricorrere ad una massiccia dose di parole e pensieri sparati a raffica tra sontuose cattedrali sonore di pop-rap di ultima generazione.

16 brani tutti buoni tra cui ben 5 hit: Echelon (It’s My Way), Black Synagogue, April’s Fool, New York e Battle Cry che vede la partecipazione di Sia.
Bello, bello.

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