"Gesù Cristo, chi?"
Unbroken (USA 2014) Regia: Angelina Jolie Sceneggiatura: Joel Coen, Ethan Coen, Richard LaGravenese, William Nicholson Ispirato al libro: Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio di Laura Hillenbrand Cast: Jack O'Connell, Domhnall Gleeson, Finn Wittrock, Takamasa Ishihara, Jai Courtney, Garrett Hedlund, Luke Treadaway, John Magaro, Spencer Lofranco Genere: rotto Se ti piace guarda anche: Forrest Gump, Vita di Pi, Jona che visse nella balenaAngelinaaaaa, ti va un'altra Grey Goose? A me sì. Devo bere. Bere per dimenticare il tuo film. Una pellicola che presenta un titolo disonesto e ingannevole. Unbroken un paio di palle! Proprio come quelle che avevo e la tua pellicola di 2 esagerate ore e 20 esagerati minuti mi ha rotto. Angelina, io sono proprio come te. Proprio come te uguale uguale no. Non sono una donna, non sono ricco, non sono famoso, non ho adottato 20 figli e insomma con te non centro niente, se non per un aspetto. Intendevo dire che sono un pacifista, proprio come te. Non è tanto che sia contro la violenza. Se c'è un motivo per cui odio la guerra è perché è dannatamente noiosa! Cosa c'è di più noioso della guerra, Angelinaaaaa? Durante la guerra si ferma tutto. Stop alle Olimpiadi. Stop ai Mondiali di calcio. Interrotti un po' tutti gli sport, tranne il tiro al piattello. Nei cinema non danno più niente di interessante, solo film di propaganda come Süss l'ebreo o American Sniper. I libri vengono bruciati, tranne quelli di Moccia che per precauzione sono fatti anche in tempo di pace con materiale che non si può bruciare. Credetemi, c'ho provato e proprio non vogliono saperne di prendere fuoco. Di figa in giro poi non ce n'è. Gli uomini stanno a guardare altri uomini, e manco in senso omosessuale. La vita dei prigionieri certo è terribile, ma anche quella dei carcerieri che devono passare l'intero a controllarli dev'essere un gran bello smaronamento. La guerra non è solo piena di morte. È piena di tempi morti. Di attese. Di osservarsi. Di stare fermi per non farsi vedere. Di nascondersi. Di aspettare il momento giusto per attaccare. Di non fare niente. Di noia per tutti.
Angelinaaaaa, faccio un appello che credo condividerai: popoli di tutto il mondo, ascoltatemi. Smettete di fare la guerra. È una palla colossale. Se proprio vi odiate, risolvetela facendo a cazzotti in maniera veloce una volta e chiudetela lì. Non fate la guerra anche perché poi c'è gente come Angelinaaaaa che ci ricama sopra dei film di guerra pieni di pathos e di retorica e soprattutto pieni di noia, che trasformano la guerra in una rottura di palle pure di secondo livello. Angelinaaaaa, forse quest'ultima parte del mio discorso l'avrai condivisa meno della prima, però c'è da dire che con questa pellicola hai davvero esagerato. Mi rendo conto che a recitare non sei buona, io te lo dico da sempre e pian pianino anche il resto del mondo se ne sta sempre più rendendo conto, e quindi stai cercando un'altra ragione che giustifichi la tua presenza in quel di Hollywood, al di là dell'essere la Signora Bradpitt. Mettendoti a fare la regista mi sa però che hai fatto il classico passo più lungo della gamba. E sì che hai delle gambe lunghe e chi ama il genere – io no – apprezzerà. Il tuo film d'esordio dietro la macchina da presa In the Land of Blood and Honey non l'ho visto e manco ci tengo visto che ci tengo alla mia vita, ma da questo secondo Unbroken direi che stai togliendo il mestiere a gente ben più dotata di te.
"Devo correre molto veloce se voglio scappare dalle gambe lunghe della Jolie."
Non che il tuo Unbroken sia poi così terribile. Tecnicamente è ben realizzato e tutto. D'altra parte hai chiamato fior fior di collaboratori per darti una mano. I fratelli Coen hanno messo la loro firma sulla sceneggiatura e con ciò intendo che probabilmente l'hanno fatta scrivere a un ghost-writer e alla fine loro c'hanno aggiunto giusto la firma. Per la colonna sonora hai convocato a palazzo addirittura il numero 1 della composizione mondiale, oggi come oggi, il francese Alexandre Desplat. Uno capace di ottenere quest'anno da solo ben 2 nomination agli Oscar contemporaneamente per Grand Budapest Hotel e The Imitation Game. Per la soundtrack del tuo film invece no. Sorry, Angelinaaaaa, ma il francesino proprio per la tua pellicola non si è applicato e ha realizzato uno dei lavori meno significativi della sua intera carriera. La fotografia inoltre è curata, anche se la sua nomina agli Oscar non ha alcun senso, visto che sfigura al confronto di quella splendida di Ida tra gli altri candidati, così come al confronto di quelle de L'amore bugiardo e Lo sciacallo che manco sono state nominate. Con un supporto del genere, se al tuo posto dietro alla macchina da presa avessero messo una scimmia ammaestrata, non avrebbe fatto molta differenza, Angelinaaaaa. Il tuo stile registico è davvero piatto, al punto che si potrebbe definire un non-stile. Qua e là sembri voler scopiazzare Forrest Gump e Vita di Pi, oltre a certo classicismo alla Clint Eastwood/Steven Spielberg, senza mai riuscire in una singola scena a trovare una tua identità, una tua personalità registica. Sei piatta, Angelinaaaaa.
"Però, sta venendo bene questo sequel di Vita di Pi!"
No, non offenderti. Non intendevo piatta in quel senso. Lo so che lì hai avuto dei problemi e a quel punto Brad Pitt avrà capito di aver puntato sulla puledra sbagliata mollando Jennifer Aniston e le sue belle perolone sode. Intendevo dire che sei piatta come regista. Non prendertela. Non volevo essere scortese. Per farmi perdonare, ti va un'altra Grey Goose? In cambio presentami un'amica, Angelinaaaaa. Jennifer Aniston con quelle sue tette che te ti sogni ad esempio può andare bene. Come? Non siete amiche? Non l'avrei mai detto, Angelinaaaaa! Dai però che “se ci credi ce la puoi fare”, come viene ripetuto nel tuo film fino alla nausea. Se ci credi, tu e Jennifer potete diventare BFF. Offrile una Grey Goose, è così che si fa. Cremonini docet.
"Meglio la guerra o girare un altro film con la Jolie?
La guerra!!!"
Angelinaaaaa, adesso accendiamo un film porno? O anche non un porno. Basta solo che non sia girato da te. Con Unbroken mi hai regalato la pellicola più buonista, infarcita di retorica, stucchevole e noiosa dai tempi del War Horse di Steven Spielberg. Un film che è proprio come te: esteticamente impeccabile, quanto gelido e incapace di suscitare emozioni. Con questo lavoro sei riuscita persino a far crollare la mia stima personale nei confronti del protagonista Jack O'Connell, mio idolo assoluto nella serie tv Skins, che qui invece offre una prova parecchio discutibile e sfoggia un sorriso – e diciamolo – proprio da scemo. E poi perché la parte di un italo americano l'hai data a uno che si chiama O'Connell e che direi che di italiano non c'ha manco un pelo del culo? Vogliamo infine parlare della parte finale, senza spoilerare niente? Sui titoli di coda partono le note di una canzone che i tuoi amici Coldplay hanno composto apposta per la pellicola e lì il buonismo raggiunge la sua apoteosi totale. Ed è lì che ho realizzato che da qualche parte nel mondo, in quel momento, mentre guarda quella scena Fabio Fabio si starà facendo un segone. Intanto gli infiniti titoli di coda proseguono. La notte è già finita, Angelinaaaaa, ma il tuo film no. Quanto cazzo dura ancora? (voto 4/10)